L'ANALISI
18 Gennaio 2025 - 05:00
CREMONA - Il futuro dell’auto elettrica non è ancora segnato. Se, nel 2024, a livello nazionale, la curva dei mercati ha virato verso il basso, passando da un 4,22% dell’anno precedente ad un 4,13% , a Cremona la transizione elettrica del settore automotive sembra dare segnali contrastanti. I concessionari cremonesi e cremaschi confermano che l’elettrico è ancora in fase di acquisizione, generalmente sotto il 5%; ma la curva non cala, anzi.
Tra gli addetti ai lavori, la maggior parte delle voci descrive un mercato che non evolve, né in meglio né in peggio. «Tra il 2023 e il 2024 – spiega Cesare De Lorenzi, dell’omonima concessionaria – siamo rimasti a quota 1,6 miliardi. Manca ancora molto per soddisfare desiderata della Commissione europea. A Cremona, dove si gira a piedi o in bicicletta, non abbiamo quella molla che invece esiste nei grandi centri urbani come Milano o Bologna. Se in alcune parti della città potessero entrare solo i veicoli elettrici, le necessità pratiche del consumatore si evolverebbero, e così la mobilità».
Per lo meno, secondo De Lorenzi, il mercato è stabile, e la situazione è tutto fuorché disperata: «Cerchiamo di fare da contrappeso con proposte di noleggio a prezzi ragionevoli – aggiunge De Lorenzi – anche se la nostra provincia è storicamente prudente quando si tratta di accogliere gli scossoni dell’UE. Il mercato sta maturando, e stiamo vedendo sempre più colonnine in città. Il che è indispensabile, considerato che uno dei primi freni all’acquisto riguarda proprio la ricarica della vettura».
Il mercato rallenta anche per dinamiche interne: i potenziali acquirenti rimangono in attesa di norme più chiare da parte dell’Unione, per non trovarsi intrappolati in un veicolo che non possono utilizzare. «I consumatori aspettano la modifica della normativa – chiarisce Luigi Carulli, dell’omonima concessionaria - e l’auto elettrica, ovviamente, ne soffre. Il mercato ha provato ad aumentare l’offerta: l’auto elettrica più economica, senza gli incentivi, costa 18mila euro, e ci sono varie opzioni entro i 25mila. Tuttavia, resta comunque il fatto che, ad oggi, l’elettrico non è in grado di assicurare al consumatore alcune comodità proprie delle auto termiche o ibride».
Controprova: le ibride vanno alla grande. «L’ibrido ha registrato percentuali di tutto rispetto sul totale delle vendite – spiega Carulli – e lo stesso si è osservato per quanto riguarda il gpl, anche a livello nazionale». Il che comunque pare positivo, in un quadro in cui l’esigenza è anche quella di ringiovanire il parco circolante con veicoli più virtuosi, pur non elettrici: «Si dovrebbe tentare una strategia parallela – osserva Carulli – puntando alla sostituzione delle vetture inquinanti più vecchie con campagne di rottamazione. Anche perché negli ultimi anni il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito, complice il carovita, mantenendo il mercato dell’elettrico stabile su quote piuttosto basse».
Resta, comunque, la perplessità sul fatto che gli obiettivi imposti siano realistici. «Abbattere le emissioni con un semplice passaggio all’elettrico è a dir poco complesso – conclude Carulli - perché presuppone un’azione diretta sul comportamento delle persone e sui fattori di produzione. Arrivare ad un mondo senza emissioni è impossibile per definizione. Partendo da questo dato di fatto, il consumatore agisce di conseguenza, spesso a scapito di valutazioni che coinvolgano la sostenibilità». Si arriva, per ora, ad un punto fermo: «L’elettrificazione totale del parco circolante, oggi, resta un’utopia».
Decisamente ottimistico, invece, il riscontro di Bossoni, che sull’elettrico ha puntato molto: «Il punto di vista della nostra azienda è assolutamente a favore della svolta verso l’elettrico – afferma Edoardo Marcarini, responsabile Marketing, Digital & Comunicazione – indipendentemente dalle risposte attuali di mercato. Il 2024 è stato molto complesso per i numeri di immatricolato elettrico a livello nazionale. A Cremona, analogamente, ci siamo confrontati con un 2024 in cui il cliente medio fatica a rapportarsi con le vetture elettriche. Si pongono questioni di prezzo, di paura, di disinformazione: ne deriva uno scetticismo immotivato».
Le perplessità si inquadrano in una casistica molto ampia: «Non è vero che la vettura elettrica prende fuoco facilmente – prosegue Marcarini – così come non è vero che il consumo è maggiore nella produzione. Lo scorso novembre abbiamo lanciato una partnership esclusiva con un’azienda di Cremona che porta le persone ad avere una possibilità di vivere l’elettrico come modello di guida ma anche di sostenibilità a 360 gradi». Si apre, dunque, un anno di sfide, per cui occorre essere preparati. «Cremona, sul piano della clientela, è una risorsa importantissima. Siamo convinti di poter aumentare le vendite sull’elettrico. Il 2025 è partito forte con due brand che ci credono tantissimo. Sarà un anno in cui dovremo necessariamente insistere su questa nuova opzione, ma fortunatamente abbiamo anche le motivazioni per farlo».
Segnali decisamente incoraggianti, invece, sul versante cremasco. «La percentuale di auto elettriche – commenta Eva Crotti (Crema Diesel) – rappresenta ancora una fetta inferiore al 5% sul totale venduto. Tuttavia, il mercato sta lasciando ben sperare: la quota di elettrico venduto nell’anno appena concluso è quasi raddoppiata rispetto al 2023, grazie anche ad una serie di supporti e attività intraprese, in particolare nell'ultimo trimestre, che ha dato un slancio positivo ai risultati». La tendenza, anomala rispetto al quadro nazionale, è un ulteriore scossone al mantra della crisi dell’automotive: «A discapito delle aspettative – precisa Crotti – nel 2024 abbiamo riscontrato un aumento della richiesta, specie per i modelli di fascia più alta, che a listino hanno prezzi importanti. Anche la gamma entry level ha portato a casa dei buoni risultati».
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