L'ANALISI
16 Dicembre 2024 - 17:19
Emma e Antonio Marcegaglia
CASALMAGGIORE - Come da tradizione, Antonio ed Emma Maeceglia, alla guida dell'omonino gruppo di famiglia, sono venuti oggi a Casalmaggiore per un augurio natalizio ai dipendenti dello stabilimento. Con loro c’era Roberto Ferrari, direttore generale dello stabilimento, C.O.O Carbon steel tube Division. Una occasione anche per fare il punto sull’andamento attuale del gruppo, del mercato siderurgico e dell’unità produttiva locale.
«Il 2024 è stato un anno decisamente più complesso rispetto al passato – afferma Antonio Marcegaglia —. Settori come l’automotive e le costruzioni, in particolare, hanno rallentato. L’automotive è rilevante per la sua importanza occupazionale e perché colpisce il cuore dell’industria europea, in particolare la Germania. In generale, la domanda è rallentata, la competizione internazionale si è intensificata, c’è stato un calo dei prezzi e in parte, dei margini.
In questo contesto, il nostro gruppo ha performato in modo discreto, abbiamo, direi, difeso il ‘fortino’, grazie alla diversificazione delle nostre linee di business e dei settori finali di utilizzo. Complessivamente un risultato positivo di cui siamo soddisfatti. Come volumi complessivi, caliamo del 3-4%. A Casalmaggiore il calo è stato più ampio, intorno al 10%, per scelte strategiche in altri stabilimenti come a Dusino e per una riduzione dell’export verso gli Usa. Nonostante ciò, anche Casalmaggiore ha performato discretamente. In sintesi, il 2024 è stato un anno di rallentamento a livello di volumi e fatturato, pari a -12%, quasi positivo se guardiamo a quanto hanno fatto i nostri concorrenti.
Inoltre, nonostante il contesto non abbiamo fatto un’ora di cassa integrazione in tutto il gruppo. A Casalmaggiore il livello occupazionale è rimasto pressochè invariato e per il futuro ipotizziamo un incremento di produzione». Rispetto al nodo ferroviario tra la stazione e lo stabilimento di Casalmaggiore, gli imprenditori spiegano che il progetto esecutivo di raccordo di Gazoldo è stato aggiornato: «In quella sede abbiamo espresso la volontà di riconsiderare il raccordo di Casalmaggiore, anche se non abbiamo ancora fatto dei passi formali chiari, siamo fiduciosi che l’anno prossimo si possa ridiscutere in modo più modo più concreto di questo progetto».
Emma Marcegaglia nel 2024 è stata presidente del B7, che riunisce le Confindustrie del G7. Che bilancio trae? «In uno scenario come questo, fatto di guerre e instabilità geopolitica, dove gli organismi multilaterali come l'ONU o l'Organizzazione Mondiale del Commercio hanno perso rilevanza, il B7-G7 rimane un tavolo molto utile. Abbiamo affrontato numerosi temi, trovando accordi su alcune raccomandazioni importanti che abbiamo portato ai leader politici. Il primo punto riguarda la competitività delle nostre economie, evidenziando come l’Europa, in particolare, abbia perso terreno rispetto agli Stati Uniti e ad altri Paesi emergenti come India, Cina, Brasile, Indonesia e Arabia Saudita. L’Europa rischia la deindustralizzazione, ha perso capacità di innovazione e di crescita. Un altro tema fondamentale è stata la decarbonizzazione. È giusto perseguire obiettivi ambiziosi, ma non in modo dogmatico, come ha fatto finora l’Europa. Serve un approccio più pragmatico, che includa l’uso di tutte le tecnologie disponibili, senza penalizzare alcuni settori chiave come l’automotive. Infine, abbiamo ragionato del rischio di un ritorno al protezionismo».
Marcegaglia è il gruppo industriale italiano attivo da oltre 60 anni nella trasformazione dell’acciaio. Fondato a Gazoldo degli Ippoliti da Steno Marcegaglia nel 1959, oggi il Gruppo siderurgico, interamente controllato dai figli, Antonio ed Emma, ha un fatturato di quasi 8 miliardi di euro; 7.800 dipendenti, 37 stabilimenti distribuiti in 4 Continenti, 6,5 milioni di tonnellate di acciaio lavorate ogni anno per oltre 15mila clienti sparsi in Europa e nel mondo. Il Gruppo è leader nello scenario siderurgico nazionale e internazionale. Dopo le recenti acquisizioni di un’acciaieria a forno elettrico per acciai speciali a Sheffield, nel Regno Unito (2023) e del sito francese di Fos-sur-Mer (2024), l’azienda è entrata anche nella produzione primaria. La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha annunciato venerdì scorso un finanziamento di 100 milioni di euro per sostenere il piano di investimenti da 170 milioni di euro complessivi del Gruppo siderurgico mantovano. «Gli interventi finanziati – spiegano gli imprenditori - contribuiranno a incrementare, grazie anche all’intelligenza artificiale, la digitalizzazione e l’automazione della logistica degli stabilimenti di Ravenna e Gazoldo, a migliorare la decarbonizzazione di una delle linee di zincatura di Ravenna, e a sviluppare una tecnologia innovativa a basse emissioni di carbonio ed elevata efficienza energetica per gli acciai elettrici. Saranno finanziate inoltre attività di ricerca, sviluppo e innovazione».
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