L'ANALISI
17 Gennaio 2025 - 05:10
CASALMAGGIORE - C'è grande attesa per l'evoluzione della situazione che coinvolge le addette e gli addetti alle pulizie dell’Ospedale Oglio Po, rimasti senza stipendio a causa della crisi finanziaria della loro azienda, della provincia di Milano, che ha presentato richiesta di concordato preventivo lo scorso dicembre. Ieri pomeriggio era atteso un incontro sindacale con la società per cercare di sbloccare la situazione e giungere ad un chiarimento.
La situazione risulta particolarmente drammatica per le 24 lavoratrici coinvolte, molte delle quali sono madri di famiglia o straniere che dipendono esclusivamente da questo reddito. Alcune di loro, alla notizia del mancato pagamento dello stipendio, non hanno trattenuto le lacrime, esasperate dalla precarietà in cui si trovano. Molte non sono peraltro iscritte a un sindacato, si trovano un po’ in balìa degli eventi. A fine dicembre, tra l’altro, due di queste lavoratrici sono andate in pensione, ma anche per loro naturalmente i pagamenti arretrati sono tuttora vincolati all’autorizzazione del Tribunale di Milano.
La società, in una comunicazione ufficiale, come abbiamo riferito, ha spiegato che il blocco dei pagamenti relativi agli stipendi di novembre e alla tredicesima è dovuto al divieto, imposto dalla procedura di concordato in corso, di saldare i debiti contratti prima del 3 dicembre 2024. Solo l’autorizzazione del tribunale potrà sbloccare tali fondi. Nel frattempo, le dipendenti hanno ricevuto il saldo dello stipendio di dicembre, mentre l’acconto per gennaio era previsto entro metà mese e il saldo entro metà febbraio. Risulta che mercoledì sia stato erogato qualcosa, ma si parla di piccole cifre.
Le lavoratrici e i lavoratori continuano comunque a svolgere il loro lavoro, un compito comprensibilmente essenziale per il funzionamento dell’ospedale, affrontando anche condizioni difficili e rischi biologici, come quelli legati alla gestione dei rifiuti pericolosi e al rischio di infezioni. Si sa che l’igiene è alla base di tutto, in una struttura ospedaliera, e per questo sarebbe richiesta una particolare cura verso il settore e i suoi addetti. Nonostante ciò, lavoratrici e lavoratori denunciano una scarsa attenzione nei loro confronti.
Fino ad un po’ di tempo fa tutti dipendevano da un’altra società (che seguiva anche Cremona), poi tutto si è diviso in tre diversi interlocutori aziendali, che, ci viene riferito, pagavano peraltro gli emolumenti in date differenti, circostanza che ha suscitato ovviamente dei malumori per la disparità dei trattamenti nei confronti di operatori e operatrici con le medesime funzioni. Dopodichè la situazione si è concentrata nell’attuale società milanese, che segue solo l’Oglio Po, fino all’insorgere dell’attuale quadro di difficoltà.
La situazione ha acceso l’indignazione di sindacati e cittadini, che chiedono maggiore trasparenza e una soluzione rapida. I sindacati e i comitati cittadini promettono di mantenere alta l’attenzione sulla vicenda, chiedendo risposte concrete sia alla società coinvolta sia alle istituzioni responsabili. Nel frattempo, le lavoratrici e i lavoratori aspettano con ansia sviluppi che possano garantire loro il diritto fondamentale a un salario, indispensabile per la sopravvivenza quotidiana.
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