L'ANALISI
17 Gennaio 2025 - 05:30
CREMONA - Ammonta a oltre 5 milioni di euro l’entrata accertata dal Comune derivante dal contrasto all’evasione e all’elusione fiscale dell’Imu e della Tari. Si tratta in sostanza dell’importo complessivo degli avvisi di accertamento tributari emessi sino al 31 dicembre 2024 e relativo ai tributi evasi parzialmente o totalmente nel corso del 2024 (e anche del 2023). Gli uffici comunali verificano la posizione dei contribuenti negli ultimi cinque anni e se riscontrano delle differenze fra quanto risulta dovuto e quanto è stato pagato fanno partire l’avviso di accertamento. In particolare sono stati emessi 2.827 avvisi Imu per un totale complessivo di 4.668.058 euro e 932 avvisi di accertamento Tari per un totale complessivo di 509.243,44 euro. In tutto quindi 5.177.301 euro.
L’anno precedente erano stati 2.701 gli avvisi di accertamento emessi Imu per un totale di 4.358.427,24 euro e 1.397 avvisi Tari per un totale di 1.257.033,10 euro. Se l’ammontare dell’Imu dovuta e non pagata resta sostanzialmente simile, crollano invece gli avvisi inviati dal Comune per la Tari evasa. Non si tratta però di un segnale di ravvedimento dei cremonesi che evadono questo tributo. Spiegano infatti dagli uffici comunale che la Tari è un tributo che va «ad esaurimento». Dal 2023, infatti, Cremona è passata alla Tarip, la Tariffa puntuale, che non è più una tassa e la cui gestione è uscita dai bilanci comunali ed è passata in capo al gestore della raccolta dei rifiuti, cioè A2A attraverso Aprica. Dunque nel tempo la cifra accertata nei bilanci comunali andrà ad assottigliarsi, per trasferirsi nei libri mastri di Aprica.
L’attività di recupero dell’evasione va a beneficio delle tasche di tutti i cittadini che pagano. La legge, infatti, stabilisce infatti che il costo della raccolta rifiuti — quantificato per Cremona dal Catasto rifiuti dell’Ispra in 151,46 euro per abitante nel 2023 — debba essere interamente pagato dalla Tari. Dunque chi la evade incrementa la ‘quota’ di chi è onesto. Ed ecco perché la norma prevede che l’ammontare dell’evasione recuperata nell’anno precedente venga versata per coprire parte del costo dell’anno successivo. In sostanza i cittadini pagano il servizio 100, meno la quota di recupero dell’evasione. Tuttavia sia per l’Imu che per la Tari la cifra di evasione accertata non corrisponde all’incasso. E proprio la differenza fra l’accertato e il riscosso nel 2022 era finito a Cremona — così come in molti altri Comuni della provincia e d’Italia — sotto il riflettore della Corte dei Conti, che aveva contestato al Comune una «scarsa capacità di riscossione». Colpa anche, spiegano dagli uffici comunali, della difficoltà delle Poste di notificare le cartelle. La riscossione avviene infatti nel tempo. I contribuenti hanno 60 giorni per pagare e se non lo fanno si attiva la procedura coattiva di recupero del credito che è affidata ad un concessionario. E gran parte dei problemi avvengono nella fase della notifica. Ecco perché, viene sottolineato in Comune, lo Stato sta attivando con i fondi Pnrr una procedura di notifica digitale chiamata Send che il Comune di Cremona sta sperimentando con i verbali della polizia locale.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris