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CREMONA. GIUDIZIARIA

Stalking: «Faro da stadio puntato su casa nostra»

Coppia di anziani accusata dai vicini. ‘Insulti e dispetti’. Il racconto dei testimoni

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

16 Gennaio 2025 - 20:21

 Stalking: «Faro da stadio puntato su casa nostra»

CREMONA - «Un faro da stadio» puntato «verso le camere da letto». Una «luce accecante dalla notte all’alba». Ma anche «una telecamera puntata sull’ingresso: sembrava una caserma».

Il faro «da stadio» (500 Watt) e la telecamera «da caserma» sono due dei presunti «dispetti» che marito e moglie - 79 anni lui, 75 lei - avrebbero fatto ai loro vicini di casa. Storia (presunta) di una vendetta condita di insulti, culminata in un processo per stalking, l’accusa dalla quale devono difendersi gli anziani coniugi. Li hanno querelati, a maggio del 2022, marito e moglie della porta accanto, 61 e 59 anni. «In famiglia non c’è più serenità, il nostro modo di vivere in casa è totalmente cambiato». La moglie giura che «a tutt’oggi non esco da sola neanche per andare a comprare il pane. La mia vita è da reclusa, un calvario. Io sono in cura, perché soffro di ansia e di depressione». Il 27 febbraio sarà sentito lo psichiatra che ha in cura la donna, si difenderanno gli imputati, assistiti dall’avvocato Stefano Ferrari, e saranno sentiti i loro testimoni.

Una storia di vicinato filata via liscia fino al 2019, quando il 79enne «che dal cortile di casa sua sparava ai piccioni con la carabina, imbracciò il fucile e sparò contro i nostri due cagnolini. E da lì...». Ora, il ‘fascicolo cagnolini’ è stato archiviato. Ma «da lì è stato un susseguirsi di provocazioni, dispetti, soprusi e litigi, perché il loro scopo è di farci andare via», avevano raccontato marito e moglie il 16 settembre scorso, prima udienza.

Parti civili con l’avvocato Davide Lacchini, oggi hanno portato a testimoniare un idraulico e un metalmeccanico. Per tre anni l’idraulico è stato il fidanzato della figlia. «Ho convissuto con loro. Tra le due famiglie ci sono state parecchie questioni». Come «la canna fumaria». Lui «appollaiato» sul tetto, giù in cortile le due famiglie: di qua, i genitori della sua fidanzata, di là i due anziani, figlia, genero e nipote anche loro con villetta confinante. «Ci dicevano di non mettere la canna fumaria. L’imputata ha cominciato ad urlare: ‘Vaffa, che c... state facendo, perché rompete il muro’. Noi ci siamo fermati. La nipote con lo smartphone filmava. Parolacce, insulti, anche da parte del genero».

Capitolo insulti: «Quando passavano, erano parolacce: cretini, deficienti. Quando passavo io, sentivo che borbottavano». E poi gli «sputi». L’idraulico ha parlato del «faro contro le camere da letto: dopo la lite. Un faro potente, illuminava da quando c’era buio fino alle sei del mattino. Quello di prima era più piccolo».

Dal faro «potente» alla telecamera orientata sull’ingresso. «Per spiarci», sostengono marito e moglie. «Prima la telecamera non c’era», ha precisato l’idraulico. Anni di «stress»: la signora non ha più messo piede fuori, nemmeno «per portare i rifiuti».

Dopo l’idraulico, il metalmeccanico, che del marito è stato collega. «Ho frequentato la loro casa. Mi ha invitato a cena, si parlava del più e del meno, mi ha fatto vedere la casa e ho visto delle cose che sinceramente...». Come «il faro da stadio verso la camere da letto: una luce accecante. ‘Come fate a dormire?’». E come «la telecamera puntata sul loro ingresso. ‘Sembra una caserma’».

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