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CREMONA. IL CASO CUP

Stipendio ‘a rate’: «Revocare l’appalto»

Nulla di fatto nel faccia a faccia tra Asst e Cooperativa. I lavoratori all’attacco

Andrea Gandolfi

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agandolfi@laprovinciacr.it

15 Gennaio 2025 - 21:43

Stipendio ‘a rate’: «Revocare l’appalto»

CREMONA - Oggi l’incontro del direttore amministrativo dell’Asst, Gianluca Leggio, con i vertici della Cooperativa aCapo; e venerdì alle 18 (dopo la conclusione del turno di lavoro) quello tra lo stesso Leggio e i dipendenti. Resta al centro dell’attenzione - e da domani sarà oggetto di un monitoraggio quotidiano da parte dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Cremona, guidata dal direttore generale Ezio Belleri - la vicenda per molti aspetti surreale che ormai da mesi interessa i lavoratori del Cup, pagati ‘a singhiozzo’ e ancora in attesa dello stipendio di dicembre, dopo che la tredicesima è stata versata in grave ritardo e addirittura in tre tranches, dal 2 al 13 gennaio.

Domani, secondo quanto comunicato dalla stessa Cooperativa, dovrebbe essere accreditato un acconto pari almeno al 25% dello stipendio di dicembre. Ma la situazione rimane segnata da uno stato di forte incertezza e precarietà, come purtroppo è stato confermato anche nel ‘faccia a faccia’ con i vertici dell’Asst di questa mattina. La cooperativa che si è aggiudicata l’appalto del servizio Cup viene pagata per intero, puntualmente e secondo gli accordi dall’ospedale e quindi da Regione Lombardia; ma ripartisce sui lavoratori di tutte le zone nazionali di sua competenza le conseguenze dello stato debitorio di alcuni soggetti appaltanti, con particolare riferimento a Lazio Crea, che fa capo all’Amministrazione Regionale.

«Man mano che arrivano, i pagamenti ci consentono di compensare il ritardo che si è creato», ha scritto ai lavoratori il Consiglio di amministrazione della cooperativa. Assicurando che «si continua a monitorare costantemente lo stato di pagamento di Lazio Crea, il cui ritardo genera le maggiori difficoltà. Stiamo cercando di capire se esistono altre soluzioni da mettere in campo nell’immediato, al fine di garantire il pagamento delle retribuzioni relative al dicembre 2024, nei tempi disciplinati dai diversi contratti collettivi nazionali di lavoro di categoria».

Come a dire che eventuali soluzioni continuano purtroppo ad essere poco più di un’ipotesi; mentre - di fatto - la ‘colpa’ di uno si ripercuote ancora su tutti, senza che si profilino soluzioni credibili e strutturali per porre fine a questo stato di cose. Quanto mai insostenibile per i lavoratori, che ormai da mesi si confrontano con l’incertezza in un quadro giuridico che non sembra lasciare loro margini d’azione, ma rischia progressivamente di ridurre anche quelli di resistenza. Crescono la sfiducia e l’esasperazione; anche perché le sollecitazioni ed i ‘pressing’ a vari livelli che si sono susseguiti in questi mesi (è il caso della parlamentare soncinese del Carroccio Silvana Comaroli ma anche della stessa Asst) non sono riuscite a smuovere la questione né a far intravedere concrete vie d’uscita.

Ad ora, purtroppo, si possono solamente aspettare possibili svolte dei prossimi giorni. Mentre tra i lavoratori del Cup si fa sempre più strada la convinzione che solo l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale abbia la possibilità di toglierli una volta per tutte dal ruolo di vittime sacrificali dei problemi di Lazio Crea.

«Lavoriamo con il massimo impegno per l’ospedale e per i cittadini di Cremona», dicono al Cup. «Perché bisogna dare per scontata una retribuzione incerta e ‘fuori tempo massimo’? Il servizio si potrebbe riportare ‘in house’ o - quantomeno - si potrebbe revocare l’appalto. O dobbiamo continuare a pagare per la Regione Lazio?».

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