L'ANALISI
14 Gennaio 2025 - 19:45
Nel riquadro l'avvocato Alessandro Vezzoni
DEROVERE - La Procura ha disposto una perizia cinematica nell’ambito dell’indagine (contro ignoti) sulla morte di Maria Ragaglia, 38 anni, la mamma di quattro figli deceduta nel fuori strada avvenuto il 22 novembre mattina, venerdì, sulla provinciale tra Derovere e Cingia de’ Botti, dove abitava con il marito Davide, con Aurora di 17 anni, Cristian di 14, Giulia di 7 e la piccola Sole di 2. Erano le dieci passate. Dopo la semicurva, Maria aveva perso il controllo della Fiat Multipla, che si era girata su se stessa. Lei non era riuscita a tenerla in asse, finendo dalla parte opposta per poi volare nel fosso e sbattere contro il tronco di un albero. Un impatto, laterale, violentissimo.
Lunedì prossimo, il pm conferirà l’incarico al consulente tecnico, mentre l’avvocato Alessandro Vezzoni, legale dei familiari della 38enne, nominerà, a sua volta, l’ingegnere Davide Manfredi. «I familiari della signora Ragaglia hanno accolto molto favorevolmente la decisione della Procura — ha commentato il legale —. Nelle ultime settimane, infatti, oltre a ricevere tantissime manifestazioni di cordoglio, erano stati contattati da diverse persone che, percorrendo in automobile il medesimo tratto di strada quel giorno e nei giorni antecedenti, avevano avuto problemi di tenuta di strada a causa delle condizioni del fondo stradale. Pertanto, fare chiarezza sulla dinamica del sinistro potrà senz’altro dare ai familiari le risposte che cercano».
Un accorato appello «a fare chiarezza affinché la morte di nostra sorella non vada nel dimenticatoio», il 20 dicembre scorso lo avevano lanciato Massimiliano e Silvia, due dei quattro fratelli di Maria, seconda di cinque in tutto con Marco e Andrea. Tre anni prima, Maria con il marito aveva lasciato il Piemonte per stare vicino alla madre Rosa, 70 anni, casa a Sospiro, e alla sua famiglia. Da circa un mese lavorava come operatore socio sanitario a Cremona Solidale.
Una «catastrofe per tutti. Noi chiediamo che si faccia chiarezza, perché ci sono alcune cose da verificare. Non accusiamo nessuno, sia chiaro, però nostra sorella aveva fatto il cambio gomme un’ora prima e quella strada era sporca di fango, c’erano blocchi di fango», avevano detto i fratelli a un mese dalla «catastrofe».
Silvia aveva raccontato: «Due giorni prima, mia sorella era andata in un’officina per il cambio gomme. Quando è rincasata, suo marito le ha fatto notare che avevano sbagliato a montarle. Lei non si era accorta. Mia sorella ha chiamato l’officina. Loro hanno ammesso l’errore. ‘Non abbiamo tempo, venga la settimana prossima’. Ma lei ha insistito tanto. ‘Io voglio viaggiare sicura, fate in modo di cambiare le gomme questa settimana’».
Appuntamento alle 9 di venerdì 22 novembre. «Mia sorella ha portato la macchina». Nell’attesa, la telefonata a mamma Rosa e all’amica del cuore. «Maria era molto ligia, mai avrebbe chiamato, guidando». Le telefonate e i regali da acquistare per Aurora. Due giorni prima, la piccola Sole aveva spento le due candeline sulla torta di compleanno. Due giorni dopo, la domenica, Aurora avrebbe spento le sue 7 candeline. Il 22 mattina, il fratello Massimiliano dal lavoro era saltato in auto: «Negli occhi ho ancora i cumuli di fango ai lati della strada. Era il periodo in cui si stava arando. Dove è successo l’incidente, la strada è scorrevole, larga. Io ho questo ricordo: fango, molto fango». Dalla perizia cinematica, i familiari di Maria attendono risposte.
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