L'ANALISI
I TESTIMONI CREMONESI
13 Gennaio 2025 - 05:30
LOS ANGELES - Una situazione drammatica. Spettrale. E l’allarme che continua a Los Angeles, colpita duramente dai vasti incendi di questi giorni. Il vento che sembra non smettere. Poi il fumo, che rappresenta un ulteriore pericolo per la salute.
Sta vivendo questi giorni di piena emergenza nella città californiana anche il cremonese Luca Pizzi, l’ex gestore del ‘Juliette96’ a San Felice. Da alcuni mesi si è trasferito in America dove gestisce dei locali. «Sono però trent’anni che vengo a Los Angeles sempre per mie collaborazioni lavorative — premette Pizzi —. Conosco bene le varie zone colpite finora e mi spezza il cuore vedere quanto sta accadendo. Sono a Larchmond, al confine con Beverly Hills, e qui, fortunatamente, per ora gli incendi non sono arrivati. Ma dalla finestra di casa mia inizio a vedere il rosso del fuoco in lontananza. La collina ci protegge, ma dipende dal vento e in queste ore è dato in rialzo forte, pertanto si avverte grande preoccupazione. Si vive in costante tensione».
Per il cremonese la quotidianità lavorativa sta proseguendo senza intoppi. «Sto seguendo due strutture in Beverly Hills per la stessa proprietà e qui stiamo lavorando regolarmente. C’è stato un calo i primi due giorni, nel fine settimana abbiamo ripreso, seppure non a pieno regime, ma dopo le feste è anche un periodo che normalmente vive un momento più tranquillo. Però, il contatto con la situazione d’emergenza non manca: abbiamo avuto a cena clienti di Brentwood a cui è arrivato l’allarme e dovevano evacuare casa. Ho amici e clienti che conosco, ai quali è bruciata la casa: è stato qui l’altra sera a cena Harrison Ford e so che è successo anche a lui. Ma il problema è per tutte quelle persone che non hanno grandi disponibilità, magari fanno i giardinieri, i muratori. Senza assicurazione sugli incendi hanno perso tutto quanto».
Le zone di Malibù e Pacific Palisades interessate dagli incendi sono ben note a Pizzi: «Ero stato solo il giorno prima con i miei cognati e ventiquattro ore dopo è bruciato tutto, più di 7.000 case. C’è siccità: normalmente piove poco, ma è da almeno dieci mesi che non scende pioggia. Poi c’è questo vento, è forte. E fa ondulare i pali della luce da creare, in certi punti, scintille. Ha ripreso con forza e questo rallenta anche gli interventi per limitare gli incendi. Le case sono in grande maggioranza in legno e questo è un altro aspetto rilevante in questa situazione».
Il vento rappresenta l’incognita principale in questo momento: «Il timore è se dovesse iniziare a soffiare al contrario e venire verso Beverly Hills: ci sono solo cinque miglia dalla collina e ciò rappresenterebbe un pericolo. Inoltre, in tanti stanno cercando di irrigare i giardini per rendere più umido il terreno, ma anche l’acqua scarseggia. Dal balcone di casa ora si inizia a vedere in lontananza l’incendio. È una situazione mai vissuta in tanti anni che vengo qua».
Un altro problema che si sta riscontrando è legato al fumo che rende l’aria sempre più irrespirabile. Aggiunge Pizzi: «I primi due giorni il fumo copriva il sole, poi si è rivisto l’azzurro, ma ci sono chiaramente queste polveri che vedi su auto e pavimenti. Anch’io ho dovuto pulire all’esterno il giardino perché ricoperto da uno strato di cenere. Ora dicono di stare il più possibile all’interno per le prossime 72 ore e all’aperto si utilizza la mascherina».
In questa situazione di emergenza c’è grande solidarietà da parte di tutta la popolazione. «Per i vigili del fuoco del dipartimento vicino abbiamo preparato teglie di lasagne. Qui ognuno cerca di fare qualcosa per aiutare e c’è chi si mette a disposizione a livello civile, oppure chi dà una stanza a chi è stato evacuato. Ci sono grande volontà e disponibilità. Siamo inoltre collegati con i vigili del fuoco che spesso mandano i messaggi di informazione, che è fatta molto bene. C’è solo da sperare che l’incendio non si avvicini più di tanto a Beverly Hills».
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