L'ANALISI
13 Gennaio 2025 - 05:25
Francesco Zanetti e la pista
CREMONA - Dopo aver avuto vita breve come area di addestramento per cani e come campo di beach volley, era stata completamente abbandonata. «Quando sono arrivato non c’era niente». È grazie alla fantasia e all’impegno di Francesco Zanetti, 37 anni, progettista meccanico appassionato di musica, se l’area in disuso, di proprietà del Comune, di piazzale Atleti Azzurri d’Italia è rinata. Dove regnavano erba alta e incuria ora c’è una pista, in ordine e perfettamente agibile, per automodelli RC, le mini macchine radiocomandate.
«I clienti del bocciodromo accanto salgono sulle tribune a vedere le nostre corse e ogni tanto portano i loro nipoti. Per me è una bella soddisfazione».
Il gestore senza compenso dell’impianto è un tipo vulcanico. «Suonavo il basso in una band di hard rock, ma ho lasciato perdere cinque anni fa. Abusavo dei social salvo poi capire che l’importante è altro, e da allora ho smesso. Sono stato anche un pilota di droni, lo facevo come secondo lavoro, avevo tutti i patentini necessari». In questi cambiamenti una cosa è rimasta uguale: «Ho sempre avuto un’attrazione per il Lego, da lì al modellismo il passo è breve. Quand’ero bambino mia madre mi ha regalato una piccola auto professionale fabbricata in Giappone nel 1985, un paio di gradini superiore al giocattolo ma niente più». Sembra un giocattolo anche la macchinina che stringe tra le mani. «Ne possiedo una collezione limitata, ma questa è la mia preferita. È, come le altre, interamente in miniatura, scala 1 a 10, e dentro ha una meccanica fine. La carrozzeria è trasparente, da verniciare: ho scelto il bianco e l’azzurro, oltre al rosa, per le gomme anteriori. Colori che ricordano la pop art anni ‘80. Questi gioiellini sono da montare e assemblare, si devono possedere le nozioni tecniche per farlo, bisogna quasi essere degli ingegneri. E' tutto acciaio e carbonio, pochissima plastica. Sono interamente elettrici, pesano un chilogrammo e mezzo circa e hanno una velocità di 50 chilometri all'ora».
Il telecomando con cui manovrarli ha la forma di una pistola: il grilletto è l’acceleratore o il freno e il pomello, simile a una ruota, fa le veci del volante. «Pezzi che arrivano a costare anche 600 euro, possono essere modificati a piacimento come per le auto vere. Gli ammortizzatori sono regolabili in base alle condizioni del percorso, al mutare delle stagioni si cambia l’olio perché può servire una viscosità diversa».
L’esperto di meccanica si è esibito su alcuni dei circuiti più gettonati dagli appassionati che condividono il suo hobby. «Come quello di Padova, che ospita i campionati europei, o di Verona e di Casteldidone per esemplari più grandi e con una velocità di 70 chilometri orari. Io e alcuni amici avevamo costruito una pista rigorosamente abusiva non lontano da via Del Sale».
Poi, un anno fa, è spuntato quella terra di nessuno. «Perché non sfruttarla? Tanto più che sorge nello stesso polo in cui sono concentrate altre strutture sportive per il tennis, il padel, il ciclismo, il nuoto, le bocce».
Zanetti ha parlato dell’idea con la responsabile del Servizio Quartieri e Beni comuni, Donatella Boccali, dopo di che l’amministrazione municipale ha sottoscritto con lui un ‘patto di collaborazione’, lo strumento con cui l’ente locale e i cittadini, singoli o in gruppo, concordano forme di partecipazione attiva. «È molto semplice: mi è stato dato in concessione quest’angolo recintato e io mi sono impegnato a tenerlo in ordine».
‘Zanna’, il suo soprannome, ha progettato tramite software 3D il tracciato. Poi, «disegni alla mano come si fa nei cantieri», con i compagni d’avventura Marcello Pedrazzani e Luca Lodigiani, si è armato di badile e rastrello per realizzarlo. I lavori sono cominciati il 28 gennaio 2024.
«Dopo quattro mesi la pista, a parte alcuni dettagli, era già visibile. Ha un lunghezza di 110 metri, non è regolamentare ma molto divertente, non è velocissima ma tecnica, la si percorre dai 23 ai 26 secondi. Si snoda attraverso dieci curve, ognuna delle quali con un paletto su cui è indicato un nome di donna; una chicane; 2 salti come il motocross. Le corsie variano da una larghezza di 1 metro e mezzo a due al massimo. L’abilità consiste nel non ribaltarsi, non uscire dal sentiero e mantenersi in assetto. Per non disturbare i vicini con il rumore abbiamo scelto modelli elettrici e non con il motore a scoppio».
Si svolge tutto in sicurezza, l’accesso è severamente vietato ai minorenni. «Questi ‘gingilli’ hanno batterie che sparano sino ai 250 ampere, se ti arrivano negli stinchi non c’è da stare molto allegri».
Francesco e gli altri ‘piloti’ si occupano della manutenzione del piccolo autodromo.
«Non è un impegno da poco perché il fondo, con la sabbia un po’ argillosa, si sposta e periodicamente, soprattutto dopo la pioggia, bisogna rifare il manto stradale e sistemate i cordoli. Veniamo qui il sabato o la domenica, si gira per il gusto di girare, non siamo di quelli che si arrabbiano con se stessi se l’auto si capovolge. A volte abbiamo organizzato dei picnic in questo spazio, ci divertiamo così. Siamo pochi ma buoni. Chi desidera darci un mano è il benvenuto».
Il ‘patto’ con il Comune scadrà tra tre anni. «Spero di poter continuare. Chi me lo fa fare? Mi piace, è una valvola di sfogo». Il rockettaro sembra un duro ma ha un cuore tenero: «Recuperare questi metri quadrati mi ha anche aiutato a superare la perdita di mia madre».
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