L'ANALISI
09 Gennaio 2025 - 18:31
CREMONA - È scoppiato in lacrime con il suo avvocato, quando il giudice lo ha mandato in carcere dopo la convalida dell’arresto effettuato dalla polizia. Un giovane di 25 anni, italo-marocchino con diversi precedenti anche di polizia, ora disoccupato, prima un lavoro da fornaio, ieri mattina è finito in manette per resistenza a pubblico ufficiale, dopo aver scatenato un pandemonio nell’ufficio della Cgil, in via Mantova.
Pare che protestasse per un bonifico che non gli era ancora arrivato. Il venticinquenne ha offeso i presenti e mandato al Pronto soccorso due agenti della Volante intervenuti in via Mantova: una giovane poliziotta con la costola destra incrinata (sette giorni di prognosi), il collega ferito allo zigomo e al polso sinistro (tre giorni di prognosi).
Carcere, in attesa del processo tra una settimana, il 16 gennaio: l’avvocato Cesare Grazioli ha chiesto i termini a difesa. Carcere, perché il padre del 25enne (contattato al telefono dall’avvocato durante una pausa) non ha voluto prendersi il figlio agli arresti domiciliari.
I fatti sono accaduti intorno alle 11: negli uffici della Cgil è uscito di senno il ragazzo. Ha offeso i presenti e il personale. La Questura ha raccolto l’allarme. Il 25enne se l’è presa con i poliziotti che tentavano di calmarlo e di identificarlo. «Siete servi dello Stato di m...». «Tua madre è una...». Alla poliziotta ha detto: «Stai zitta testa di ... che ti p... sulla testa». Quando lo hanno portato sull’auto di servizio, il 25enne non si è calmato, anzi. Con i calci ha sfondato un finestrino e ha dato delle testate contro la capsula di sicurezza.
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