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VERSO LA GIORNATA DELLA MEMORIA

L'orrore della Shoah a 13 anni, Edith Bruck al Ghisleri

Nel 1944, tredicenne, fu deportata prima ad Auschwitz, poi a Dachau e infine Bergen-Belsen. Il 17 gennaio sarà collegata con gli studenti anche grazie al sostegno del Soroptimist

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

07 Gennaio 2025 - 18:17

L'orrore della Shoah a 13 anni, Edith Bruck al Ghisleri

Edith Bruck e l'esterno dell'istituto Ghisleri

CREMONA - Nata nel 1931 in un piccolo villaggio ungherese in una famiglia ebrea molto povera, ultima di sei figli, Edith Bruck nel 1944, tredicenne, fu deportata prima ad Auschwitz, poi a Dachau e infine Bergen-Belsen, nel campo degli uomini. «Un campo ricoperto letteralmente di cadaveri di uomini. I soldati ci dissero che se avessimo avuto la forza di trascinare i cadaveri nella ‘Tenda della morte’, allora avremmo ottenuto doppia razione di zuppa. Io e mia sorella abbiamo detto di sì. Tra i corpi, un uomo mi ha balbettato prima di morire: se sopravvivi racconta, nessuno ci crederà, ma racconta anche per noi».

Testimone della Shoah, Edith ha passato la sua intera vita a raccontare gli orrori dell’Olocausto attraverso libri, poesie, sceneggiature cinematografiche e televisive. E, soprattutto, incontrando decine di migliaia di giovani nelle scuole. Il 17 gennaio prossimo, alle 12.30, dalla sua casa di Roma, Bruck sarà collegata con gli studenti del Ghisleri, istituto tecnico, ma votato alle discipline umanistiche «per sensibilizzare i ragazzi e le ragazze anche a temi storici, inclusivi e ai diritti». L’iniziativa è sostenuta dal Soroptimist Club Cremona – ne è presidente Marida Brignani, il ‘gancio’- e dall’associazione Solferino agorà della pace (che alla scuola darà l’installazione della mostra).

Marida Brignani, presidente di Soroptimist Club Cremona

Edith, una ragazzina che ha attraversato l’inferno sulla terra, uscendone mano nella mano con la sorella, risponderà alle domande degli studenti e delle studentesse: 170 quelli presenti in aula magna, gli altri collegati in classe. I docenti li stanno preparando a questo eccezionale incontro che si colloca nell’ambito di un percorso della scuola ‘per non dimenticare’. Si comincerà sabato prossimo: al caffè letterario dell’istituto sarà ospite Carlo Colombani, di Maleo, autore del libro ‘Presente! Il dovere di scegliere’. Vi ha raccolto tutte le vicende di suo padre Giovanni (classe 1906), del territorio, dei campi di concentramento: storie di famiglie, di uomini, di guerre. E di Maleo.

La preside Lorenza Badini

A marzo, dal 26 al 28, il viaggio della Memoria a Mauthausen. In mezzo, il 17 gennaio come detto, l’incontro straordinario con Edith Bruck. «Ci teniamo molto a fare con i ragazzi e con le ragazze queste grandi iniziative dal punto di vista storico, umanistico e letterario, perché, altrimenti, in un istituto tecnico si rischia un pochino di tralasciare questi aspetti. Il dovere di una scuola è quello di costruire dei bravi cittadini prima ancora che dei bravi lavoratori», spiega la preside Lorenza Badini.

La vice preside Gloria Grazioli

«Noi abbiamo un gruppo di docenti di lettere e di lingue che lavorano da sempre sull’aspetto anche dei diritti. Andremo avanti con un progetto che arriverà fino alla storia delle Resistenze. Dal punto di vista dell’approfondimento storico, dell’inclusione e tutela dei diritti siamo molto impegnati. Siamo grati alla presidente del Soroptimist Marida Brignani. Grazie al suo interessamento, abbiamo l’opportunità di avere la presenza, assolutamente significativa, di Edit Bruck», aggiunge la vice preside, Gloria Grazioli.


«Il Club Soroptimist di Cremona – evidenzia la presidente Brignani - tiene particolarmente a sostenere questa iniziativa per l’alto valore formativo che può avere, per i nostri giovani, l’incontro con Bruck, testimone eccezionale di uno dei momenti più bui della storia. I ragazzi hanno bisogno di esempi, di buoni esempi ed Edith è una donna che, dopo aver attraversato l’inferno, raccoglie tutte le proprie forze per non smettere di parlare ai giovani di pace, di rispetto, di fratellanza. Parole dalla voce flebile, soffocata dal clamore delle armi e dalla cultura della prevaricazione».

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