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CREMONA

Maltrattata dal marito e gettata per strada, ora vive in un garage

È la storia raccontata da Ivanka, 63enne bulgara residente in città. L’alloggio dell’Aler è intestato a entrambi e lei non può averne un secondo: chiede aiuto

Claudio Barcellari

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redazione@laprovinciacr.it

06 Gennaio 2025 - 05:00

Maltrattata dal marito e gettata per strada, ora vive in un garage

CREMONA - Gettata per strada senza vestiti dal marito violento, in cerca di un nuovo rifugio che non sembra arrivare. È la storia raccontata da Ivanka, 63enne bulgara residente a Cremona, che lancia alle istituzioni una richiesta disperata di aiuto. Dallo scorso 12 luglio, quando il coniuge l’avrebbe cacciata di casa con minacce di morte, la donna spiega di essere stata costretta a ricorrere a espedienti di fortuna, appoggiandosi ad amici e conoscenti. Nel frattempo, Ivanka si è rivolta ai servizi sociali: oggi vive accampata nel garage di un conoscente, nell’attesa, interminabile, che la soluzione arrivi.


L’attesa è snervante, e la donna si dice pronta a tutto pur di far sentire la sua voce. «Sono stata fuori per tutta la durata delle feste natalizie — racconta la 63enne — perché ormai non è più possibile rimanere a casa con mio marito, che mi ha letteralmente cacciata da casa mia». La donna afferma di sentirsi in pericolo: «Dopo 18 anni di matrimonio, il mio compagno è diventato sempre più violento. Mi staccava la corrente, mi picchiava, mi buttava il cibo. Un giorno, tornata a casa, mi ha strappato le chiavi di mano costringendomi a uscire. Ho chiamato le forze dell’ordine perché mi aiutassero a rientrare nella mia abitazione, in modo da recuperare le mie cose prima di andarmene del tutto. I carabinieri sono arrivati poco dopo e mi hanno permesso di varcare la soglia di casa, ma mio marito aveva buttato tutto. Mi trovo senza niente».

Da quel giorno, Ivanka si è appoggiata alle istituzioni per cercare una nuova dimora, e per andare avanti. «Ho vissuto per qualche tempo a casa di una conoscente che si è offerta di aiutarmi. I servizi sociali mi hanno lasciato intendere che avrei avuto una sistemazione in breve tempo. Ma sono passati cinque mesi, e la signora che mi ha ospitato non ha più potuto tenermi con sé».


L’empasse è il frutto di un passaggio burocratico non facile da superare. L’alloggio in cui la donna e il marito vivevano insieme è una casa popolare, che tuttora rimane intestata ad entrambi dai servizi Aler. Di conseguenza, la donna non può ufficialmente ricevere un alloggio proprio, perché risulta già assegnataria. Ivanka commenta il fatto con rabbia, e dichiara di sentirsi sola e inascoltata: «Gli assistenti sociali non mi stanno aiutando. Le istituzioni dicono che non ci sono posti, ma Cremona è piena di case vuote. Per me sarebbe sufficiente un alloggio qualsiasi, che poi mi preoccuperei di sistemare io stessa».


Purtroppo, però, tornare nella casa che le spetta di diritto appare, al momento, impossibile. «Ho sopportato i capricci di mio marito finché non sono diventati una fonte di pericolo per la mia vita – prosegue Ivanova – adesso dormo in un garage, dopo essere stata minacciata di morte. Non intendo sottrarre la casa a mio marito, che è affetto da una grave malattia degenerativa e ha tutto il diritto di vivere in un alloggio Aler. Però non posso rimanere inascoltata: una donna che non ce la fa più ha bisogno di aiuto, sia fisico che psicologico, a maggior ragione ad una certa età». E conclude: «Ciò che è accaduto a me potrebbe succedere a chiunque, anche da un giorno con l’altro. Neanche io mi aspettavo che dopo quasi vent’anni di matrimonio anche io avrei fatto questa fine. La città deve essere in grado di aiutarci».

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