L'ANALISI
05 Gennaio 2025 - 18:00
CREMONA - I cartelli sono ancora al loro posto, ma non solo, non sono stati neppure oscurati, come Aipo aveva annunciato: e così la ciclopista VenTo rimane ancora ‘vietata’, virgolette d’obbligo visto che ci passano tutti, in bici, di corsa, a piedi e perfino qualche temerario motociclista, regolarmente (e giustamente) insultato visto che per loro è vietatissima sul serio, da ciclisti, camminatori e runner.
La pista VenTo, completata nel tratto urbano cremonese dalla chiavica del Riglio fino al lungargine Pier Paolo Pasolini e al Mento e poi fino a San Daniele e Viadana, è aperta da tempo e sulla carreggiata vi è perfino stampigliato il nome. Ma all’inizio di ogni tratto ancora campeggiano i cartelli di divieto di transito ai non autorizzati. La questione era stata segnalata da numerosi ciclisti e altri fruitori della bellissima ciclovia che unisce Venezia a Torino, una delle opere green più attese e meglio concepite, che passa da paesaggi tipici padani, tra campanili, argini, bodri, zone umide, paludi per arrivare fino al Delta del Po.
Della palese contraddizione se ne era occupata anche anche l’Aipo, l’Agenzia per il Po, titolare della struttura che aveva diramato anche un comunicato stampa con il quale spiegava: «Con riferimento ai cartelli di divieto di transito posti lungo i tratti di sommità arginale interessati dalla ciclovia VenTo, lotto 5 da Stagno Lombardo a Viadana, ricordando che i lavori non sono ancora terminati, si fa presente che, a causa di un’indicazione progettuale non coerente con le concessioni di transito in essere, parte della cartellonistica collocata è da riposizionare. Pertanto, nei prossimi giorni la ditta appaltatrice provvederà all’oscuramento di quanto non pertinente, per poi successivamente eseguire il posizionamento corretto della stessa. Aipo si scusa dell’inconveniente, ricordando nel contempo l’importanza di tali opere per la cittadinanza e per la valorizzazione di Cremona e del territorio circostante».
Dopo quasi due mesi, però, «l’oscuramento» non è ancora avvenuto, i cartelli non sono stati ‘incappucciati’ come era stato detto e i divieti anzi sono comparsi anche in altri tratti arginali della VenTo, e dunque il dilemma, molto poco dilemma, rimane: si passa o non si passa? Come già detto si passa, eccome. Ma a questo punto sorge un dubbio: nel caso in cui dovesse succedere malauguratamente qualcosa di chi è la responsabilità? Magari del ciclista che non ha rispettato il divieto di transito?
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