Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA. IL BILANCIO

Botti, solo dieci sanzioni nella notte di Capodanno

Multe, ma nessun episodio grave. Iubini: «Cremona si è dimostrata responsabile. Tolleranza zero sui petardi illegali, ma su quelli leciti c’è ambiguità. Servirebbe maggiore educazione»

Francesco Gottardi

Email:

fgottardi@cremonaonline.it

03 Gennaio 2025 - 18:42

Botti, solo dieci sanzioni nella notte di Capodanno

CREMONA - Un Capodanno sostanzialmente tranquillo, è questo il bilancio che si potrebbe trarre della notte più lunga a Cremona. «Una decina di interventi in tutto – spiega il comandante della polizia locale Luca Iubini – hanno portato a sanzionare altrettanti trasgressori colti sul fatto a disattendere le norme, ma come negli ultimi anni i cittadini cremonesi sono stati moderati nei festeggiamenti».

Questo non toglie alcuni casi di particolare baccano o di intenso scoppio di petardi: «In centrale abbiamo ricevuto alcune chiamate di cittadini che ci segnalavano gruppi di giovani che facevano scoppiare botti per la strada». Spesso però, per la stessa natura di questi interventi, l’arrivo delle forze dell’ordine non può far altro che «identificare e diffidare dal lancio di petardi i presenti, raramente colti sul fatto di un gesto così episodico». Il fenomeno si è concentrato, nella notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio, soprattutto nel centro città dove petardi semplici e fuochi artificiali hanno celebrato l’arrivo dell’anno nuovo come vuole, al di là delle ordinanze, l’ormai radicata tradizione pirotecnica.

Ma se a Cremona il bilancio è quello di una serata tranquilla, non senza un po’ di baccano e disturbo per la quiete cittadina, non si può dire lo stesso del contesto nazionale: in tutto il Paese sono stati oltre trecento i feriti, in aumento rispetto allo scorso anno e dodici persone colpite da proiettili vaganti. Un bilancio che sa di bollettino dal fronte, che si presenta ogni anno, dei festeggiamenti e che suscita le reazioni della politica.

Ma quella di una ventilata stretta sul commercio e l’uso dei fuochi d’artificio sta diventando ormai una tradizione almeno tanto quanto la pratica che tali norme dovrebbero contrastare. A Cremona era stata la Lav a proporre all’amministrazione un divieto più stringente che comprendesse anche la vendita dei botti, forte anche di una petizione con centinaia di firme.

Secondo l’ordinanza firmata dal sindaco Andrea Virgilio il 24 dicembre «nei luoghi pubblici e nelle aree private assoggettate a servitù di pubblico passaggio, è fatto divieto di far esplodere artifici pirotecnici di libera vendita che abbiano effetto scoppiettante, crepitante o fischiante quali ad esempio raudi e petardi. L’utilizzo di tali prodotti è consentito a condizione di non costituire disturbo, danno o molestia a persone o animali ovvero conseguenze di qualsiasi genere o natura sugli spazi pubblici comunali».

Auspici e divieti non fermano i botti e ogni Capodanno il cielo continua a riempirsi di miriadi di stelle artificiali e risuonare dei boati della polvere da sparo. Una situazione certamente difficile, che interseca tradizioni e sicurezza, che il comandante Iubini ha visto evolvere negli anni: «Noi siamo chiamati ad un’azione di controllo e contrasto rispetto alla quale è opportuno lavorare su due livelli: da un lato c’è il capitolo dei prodotti illeciti commercializzati illegalmente e su questo fronte dobbiamo e possiamo continuare a mantenere la guardia alta e la tolleranza a zero. D’altro canto c’è il tema dei giochi leciti che finiscono in un limbo normativo, come altri prodotti, per il quale la vendita e l’acquisto dei botti sono completamente legali ma poi possono intervenire normative come ordinanze sindacali che li vietano».

Di fronte a questo una prospettiva di divieto totale sembra irrealistica, almeno per ora. «Penso – conclude il comandante – che sia fondamentale, in casi come questo, un lavoro di sensibilizzazione e formazione dei cittadini fin da piccoli. I rischi e i danni causati dai petardi, da quello ambientale fino ai traumi per gli animali domestici, vanno spiegati alle persone in maniera chiara in modo da costruire un utilizzo più responsabile».

Intanto, guardando ai numeri e ai fatti della notte di San Silvestro, si può dire che i cremonesi si siano messi sulla buona strada in questo Capodanno in cui non è successo «praticamente nulla di grave». Che sia merito del senso civico dei concittadini, dell’educazione ricevuta o del presidio fisso e capillare delle forze dell’ordine resta per il momento un’incognita. Probabilmente si tratta di una ricorrenza di tutti i fattori.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400