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CREMONA

Baldesio: il direttivo ko in tribunale, Corazzi invita alle dimissioni

La decisione del giudice: per tre mesi il socio potrà accedere agli uffici per consultare gli atti richiesti

Fulvio Stumpo

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redazione@laprovinciacr.it

03 Gennaio 2025 - 17:01

Baldesio: il direttivo ko in tribunale, Corazzi invita alle dimissioni

Alberto Corazzi e l'assemblea dei soci

CREMONA - «Devono trarre le conseguenze del pronunciamento del giudice e dimettersi immediatamente». Alberto Corazzi, socio della Baldesio da quasi 60 anni, dopo la sentenza della giudice Benedetta Fattori, che ha accolto le sue istanze di accesso agli atti, va all’attacco e chiede al presidente Alberto Guadagnoli e al consiglio della canottieri di dimettersi: «È una questione di dignità», afferma. Il consiglio dovrebbe rimanere in carica per oltre due anni ancora, in caso di dimissioni si andrebbe al voto e Corazzi precisa: «Non ho intenzione di presentarmi a nulla, sia chiaro e ci tengo a sottolinearlo, ma rimarrò sempre fedele alla mia grande e storica società e ne farò sempre i suoi interessi».


Una vicenda complessa, il braccio di ferro tra Corazzi e il consiglio va avanti da più di due anni, da quando il socio ha chiesto di poter accedere agli atti di alcuni appalti, «cosa che non mi è mai stata consentita, eppure avevo domandato di esaminare si e no due o tre fatture e tre contratti, nulla di che, il consiglio precedente aveva dato sempre la sua disponibilità, anche perché è diritto di ogni socio. E allora ho deciso di procedere per le vie legali per tutelare proprio questo mio diritto». Alla sua protesta si sono aggiunti anche anche altri due soci.


Corazzi, assistito dagli avvocati Andrea Mina e Ivan Scavini del foro di Brescia ha citato in giudizio la società e la giudice Fattori gli ha dato ragione: il socio Baldesio ha in diritto di esaminare quanto richiesto per cui, ha stabilito il Tribunale, Corazzi potrà recarsi alla canottieri per tre giorni alla settimana e per tre mesi per accedere agli atti da lui richiesti. «Gli avvocati si stanno mettendo d’accordo sui modi e i tempi — spiega Corazzi — e lo farò nel massimo rispetto del lavoro dei dipendenti e della segreteria della società». Corazzi oltre a questa causa ne ha altre due in corso con la Baldesio, la prima per una sospensione (è assistito dall’avvocato Francesco Fasani del foro di Cremona), la seconda per diffamazione.

«Mi hanno ingiustamente sospeso, con motivazioni pretestuose, per cui ho sporto denuncia. In questi mesi, in attesa della sentenza, ritornerò in società, non per diporto, ma per esaminare la documentazione da me richiesta è negata per pura supponenza. Penso proprio che non debbano nascondere nulla. La loro, ripeto è solo supponenza, in totale disprezzo dei diritti dei soci. La sentenza della giudice Fattori restituisce un diritto elementare ai soci di tutte le associazioni sportive dilettantistiche, diritto che nella mia Baldesio è stato sempre negato arbitrariamente dall’attuale consiglio con totale senso di impunità. Prima di agire ho cercato invano per oltre un anno il dialogo, ho cercato di farli riflettere sui loro comportamenti inviando al consiglio, ai revisori ed ai probiviri numerose pec di contestazione e considerazioni. E l’ho fatto anche nei miei interventi in assemblea come tra l’altro ricordato nella sentenza. Ribadisco, si devono dimettere, i nuovi consiglieri avranno il compito, direi la missione, di restituire un clima di serenità e di rispetto tra tutti i soci come sempre esistito in passato. Sono socio da 60 anni della Baldesio ed ho vissuto e respirato i valori che vi regnavano in passato quando la frequentavo con mio padre e la mia famiglia. Fratellanza, rispetto, condivisione. La Baldesio era un esempio per tutte le altre canottieri, le stesse che oggi assistono allibite a quanto sta accadendo».

La seconda causa riguarda la maglietta indossata dal consiglio alla fine dell’assemblea del cinque maggio scorso, dove venivano approvati i bilanci. La maglietta riportava una celebre frase di Totò, ma con il finale modificato: «Dove l’ignoranza urla, l’intelligenza tace. È una questione di stile: signori si nasce, str...i pure». Presidente e consiglio direttivo sono stati querelati per diffamazione dallo stesso Corazzi. Il suo avvocato Tomaso Pisapia ha depositato alla Procura del Tribunale di Cremona una querela «in relazione alle espressioni riportate sulle magliette indossate dai consiglieri in data 25 maggio 2024, per il reato di diffamazione ai sensi dell’articolo 595 del Codice penale». La prossima udienza si terrà a giugno. La società canottieri Baldesio, interpellata sulla questione, si riserva d’intervenire in un secondo momento.

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