L'ANALISI
30 Dicembre 2024 - 05:00
CREMONA - Si guarda ai saldi come a un miraggio. Il Natale dei negozianti è andato così così, fra alti e bassi, con una ripresa in quest’ultima decina di giorni. In una città illuminata a festa, che è piaciuta a molti, a rimanere in ombra è il commercio, almeno a un primo bilancio. «La città è molto bella, credo che quest’anno le luminarie abbiano reso giustizia al nostro centro e che siano il frutto di uno sforzo condiviso. Ci sono commercianti, poi, che hanno illuminato le facciate delle proprie attività in sintonia cromatica con le luminarie, un segnale di attenzione e cura che ha offerto un tocco in più» spiega Marco Stanga, vicepresidente vicario di Confcommercio.
«Ma questo non è bastato - prosegue -. Fra gli operatori, i commenti sono discordi, c’è chi ha fatto bene, chi meno. La mia attività mi permette di avere un doppio punto di osservazione. Si è lavorato di più nel punto vendita del Cremona Po, piuttosto che in centro. Credo che il commercio cremonese viva la crisi che accomuna un poco tutti i centri. Plaudiamo all’impegno condiviso da Comune e Prefettura per la sicurezza cittadina, ma scontiamo anni di trascuratezza del decoro pubblico e una illuminazione carente. Detto questo, la desertificazione commerciale della città non è un problema solo cremonese. La maggiore affluenza nei centri commerciali è leggibile per l’accessibilità più facile e, soprattutto, gratuita. Bisogna lavorare insieme e renderci conto che i flussi di affari che si registrano spesso rischiano di non assicurare l’apertura di un’attività».
Il Natale in chiaroscuro del commercio cremonese impone un’azione condivisa che va al di là del momento contingente e comunque fa guardare «ai saldi come alla possibilità di recuperare quello che non si è fatto — continua Stanga —. Rimane attuale il dibattito sulla necessità di immaginare uno spostamento del periodo, più lontano alle ricorrenze natalizie. Sta di fatto che la griffe Saldi rappresenta, malgrado tutto, un appuntamento atteso e che ci auguriamo possa aiutare il settore».
Eugenio Marchesi, presidente delle Botteghe del centro, commenta in maniera salomonica: «È andata bene a giorni alterni, con momenti di vivacità ed altri di maggiore fiacca — spiega —. La situazione non è nuova. In questo contesto i saldi diventano determinanti, sono la possibilità di recuperare, quanto non si è riusciti a fare prima del Natale. C’è attesa fra gli operatori del commercio, speriamo che la cosa valga anche per i clienti. Se non ci sarà la fiammata di entusiasmo che tutti attendiamo, non potremo che constatare come la crisi dell’intero settore non molli e come il segno negativo rischi di diventare una costante. È vero che i centri storici sono stati penalizzati rispetto ai centri commerciali, ma non è sempre detto che tanta gente, voglia dire, automaticamente, molti affari». Il conto alla rovescia per il 4 gennaio, giorno d’avvio dei saldi invernali, è iniziato, nella speranza che dopo le feste siano rimasti inevasi alcuni desideri del Natale appena trascorso.
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