L'ANALISI
24 Dicembre 2024 - 13:00
CREMONA - L’introduzione del nuovo codice della strada ha suscitato molte domande e perplessità ma confermato una certezza: la sensibilità degli italiani per il consumo di alcolici. I primi ad essere allarmati, comprensibilmente, sono stati i ristoratori per i quali una bottiglia di vino rappresenta una parte anche consistente dell’incasso. A confermare le preoccupazioni sono stati i primi controlli a tappeto sul suolo nazionale, e locale, e i conseguenti ritiri della patente.
«Il timore che gli affari possano risentirne c’è – spiega il presidente di Fipe Confcommercio Alessandro Lupi –. Già in questi giorni tanti titolari di ristoranti e trattorie segnalano un cambiamento nel volume di vendita degli alcolici».
In particolare per Lupi, che non entra nel merito della nuova normativa ma si limita a considerazioni da ‘addetto ai lavori’, «l’introduzione a ridosso delle feste di questo provvedimento così restrittivo poteva essere posta a gennaio, con l’inizio del nuovo anno. In questo modo invece il periodo di appuntamenti famigliari e aziendali sarà ridimensionato: le persone bevono di meno per paura di incorrere nel ritiro della patente». Per Lupi però l’operazione del Governo in merito alle norme di circolazione stradale «è più che altro una mossa mediatica. Certo la stretta c’è ma, come successo altre volte, tra un paio di mesi ci si abituerà, l’attenzione si sposterà altrove e nel frattempo i cittadini avranno sviluppato le accortezze necessarie, come avere sempre un accompagnatore sobrio».
Ma pare che già i questi giorni qualche abitudine nei locali cremonesi sta già cambiando: «Certo l’argomento è sulla bocca di tutti – spiega Samuele Miglioli titolare dell’osteria il Miglio a Pieve San Giacomo – e qualcosa, a livello di consumi di alcolici è cambiato. Poi nelle compagnie di amici o colleghi ci si organizza con il famoso ‘guidatore sobrio’ mentre altri, in base alle proprie disponibilità, scelgono di chiamare un autista o un taxi per rientrare a casa».
Abitudini che cambiano con i consumi, come racconta Enzo Cuomo del Civico 02 ad Annicco: «Dopo il conto siamo soliti offrire un digestivo, una mezza porzione di un amaro, ma ora anche i nostri clienti abituali evitano di berlo. Io credo che si abbasseranno i consumi di superalcolici per prediligere birre e bicchieri di vino durante il pasto». E se il cambiamento di abitudini legate al nuovo codice è stato repentino queste non sembrano aver intaccato gli affari generali del locale: «Abbiamo chiuso le prenotazioni per il periodo natalizio prima dell’introduzione della norma ma comunque siamo nel solco dello scorso anno: Natale è sempre un buon momento per i ristoratori, la gente ha voglia di uscire a mangiare. Piuttosto temo per i primi mesi del prossimo anno, quando al naturale riflusso delle feste si aggiungeranno le conseguenze della crisi economica generalizzata».
Tra i ristoratori cremaschi, Sergio Brambini, titolare e chef dell’Hostaria San Carlo delle Colombare di Moscazzano, è convinto che la gente abbia capito poco del nuovo codice della strada: «Il nuovo codice non modifica i limiti sul consumo di alcol alla guida, semplicemente ha aumentato le sanzioni in caso di guida in stato di ebbrezza. In pratica, si può bere quanto si beveva prima. Molti hanno letto soltanto i titoli del giornali e hanno capito che non si potesse più bere. La prima settimana, noi abbiamo avuto un calo del fatturato del 20%, perché nessuno beveva più vino. La gente si era spaventata. Adesso la mia sensazione è che si sta tornando alla normalità».
Sul nuovo codice si esprime anche Carlo Barbaglio, titolare del ristorante trattoria Rosetta di Passarera di Capergnanica: «Inizialmente, la gente si è spaventata e una certa limitazione c’è stata, per paura di prendere una multa. Da qualche settimana c’è chi sta più attento a bere vino o alcolici. Quando si sente che qualcuno è stato multato perché superava i limiti tollerati di alcol nel sangue, allora si presta maggiore attenzione».
E mentre le accortezze sono certamente doverose, in attesa di capire come si organizzeranno gli italiani, restano le critiche sulla tempistica del provvedimento. «Probabilmente c’è bisogno di una nuova cultura, ma adottare questi provvedimenti nell’approssimarsi delle festività non è stata una bella trovata. Per quanto ci riguarda, se prima offrivamo al cliente un liquore a fine menù, adesso c’è chi lo rifiuta».
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