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CELLA DATI

Le note per una serata che scalda i cuori

Alberto Pozzaglio suonerà l’organo appena restaurato e accompagnerà il coro. «È una bella emozione»

Antonella Bodini

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21 Dicembre 2024 - 20:50

Le note per una serata che scalda i cuori

CELLA DATI - Appuntamento domani sera a partire dalle 20.45 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Cella Dati per il tradizionale concerto di auguri. A esibirsi, nell’evento voluto da amministrazione comunale e parrocchia, il coro «Il Discanto» diretto dal maestro Daniele Scolari. Il coro sarà accompagnato all’organo da Alberto Pozzaglio. Il maestro sospirese, che aveva già suonato lo strumento in occasione del concerto organizzato dopo il lungo restauro, proporrà anche brani solisti del repertorio classico natalizio.

«Proporremo brani della tradizione natalizia, ma anche liturgica – spiega lo stesso Pozzaglio – sempre natalizia e alterneremo momenti dove accompagno il coro a momenti solo strumentali. Abbiamo pensato a un repertorio piacevole e ben augurante per tutti coloro che prenderanno parte alla serata».

Protagonista della serata l’organo Angelo Bossi e nipoti risalente al 1850 e recentemente restaurato con un intervento durato circa tre anni. Pozzaglio non solo aveva suonato nel concerto inaugurale, ma aveva anche seguito assieme al team della Bottega Organaria di Soncino le fase del complesso intervento. «L’organo si è ulteriormente assestato dopo il restauro e l’organaro Ugo Cremonesi è passato a controllare lo strumento poiché è una macchina viva, che si muove, che in gergo significa che le parti meccaniche e i legni risentono degli sbalzi di temperatura e dell’umidità. Ci vorrà ancora qualche tempo per assestarsi».

Da sempre appassionato di musica Pozzaglio, laureato in musicologia e successivamente diplomato al Conservatorio in organo e composizione organistica e direzione di coro e composizione corale, è organista titolare del prestigioso organo Lingiardi 1877 della chiesa di San Pietro al Po e collabora ai servizi liturgici della Cattedrale di Cremona al monumentale organo Mascioni op. 1066 collocato nella cantoria lignea. Ogni volta, però, è un’emozione diversa. «Ogni organo è diverso, non ce n’è uno uguale all’altro: dal profumo del legno, alla pesantezza della tastiera, la percezione del suono che cambia di chiesa in chiesa a seconda dell’acustica. Ed è sempre molto bello e coinvolgente riscoprirne il suono originale soprattutto dopo restauri lunghi e complessi. Ogni volta che l’aria passa dalle canne è una sensazione nuova e nell’atmosfera natalizia è ancora più bella e appagante».

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