L'ANALISI
20 Dicembre 2024 - 05:10
TRIGOLO - Un fulmine a ciel sereno: nel consiglio di questa sera saranno formalizzate ufficialmente le dimissioni di Paola Biaggi. Il vicesindaco dell’amministrazione Marcarini ha deciso spontaneamente di rinunciare alla carica di numero due del municipio. Inutile dire che nel borgo sono immediatamente iniziate a circolare le ipotesi più disparate: «Avrà litigato con i colleghi della maggioranza», o ancora «non le sarà andata bene qualche scelta presa dalla giunta». Ma la verità sta da tutt’altra parte. Ed è stata Biaggi a rivelarla ieri: «Me ne vado per frustrazione e rabbia sì, ma nei confronti della burocrazia. Resto in consiglio e continuerò a lavorare per Trigolo ma lascio il mio ruolo a qualcun altro».
IL PROFILO
Per capire quanto questa notizia abbia scosso la politica trigolese bisogna innanzitutto inquadrarne la protagonista. Biaggi non è un vicesindaco fra i tanti. A Trigolo è ‘il’ vicesindaco. Questo ruolo, infatti, l’ha ricoperto per ben tre volte e, a quanto pare, molto bene visto che ogni volta che si è presentata alla tornata amministrativa ne è uscita fondamentalmente col record di preferenze.
Una cosa niente affatto scontata, specialmente nelle piccole realtà e dopo tanti anni di governo. Classe ‘58, trigolese nell’animo e di nascita, ha affiancato alla passione per il suo paese e per la politica una lunga e importante carriera nell’amministrazione scolastica, in particolare al Galileo Galilei di Crema. A livello regionale è stata tra i candidati dell’Udc con un programma «caratterizzato dall’interesse per le problematiche legate al mondo femminile, della famiglia e della scuola». Insomma, quel che si dice ‘un pezzo grosso’, un punto di riferimento. Ma allora cos’è successo davvero?
LE RAGIONI
Una decisione non pubblicizzata, presa lontano dai riflettori. Ma quando le viene chiesto il perché, Biaggi risponde con serenità e massima trasparenza: «Sono motivi strettamente personali – anticipa – ma è una scelta che non ho preso a cuor leggero ed è giusto spiegarla ai miei concittadini». La numero due in carica non prende scorciatoie e non usa il politichese: «La verità? Sono arrivata a odiare la burocrazia. Dopo 15 anni di esperienza amministrativa credo di poter dire che non è possibile andare avanti così. Io, almeno, non me la sento di rimetterci la salute o di togliere tempo ai miei affetti mentre combatto una battaglia quotidiana contro un sistema che funziona lentamente e male».
Gli esempi sono quelli che qualsiasi amministratore locale conosce bene: «Che si tratti di dialogare con l’Ats, con la Regione, con la Provincia, con la Soprintendenza, con lo Stato è sempre lo stesso. Ci si mette il cuore e il tempo, si fatica moltissimo e i tempi si allungano sempre più, le risposte e i risultati sono sempre meno. Credo che per me sia arrivato il momento di farmi da parte, semplicemente è il turno di qualcun altro che ha più energie. Starò vicino ai miei cari. Chiedo scusa – conclude –, ma prometto di restare e impegnarmi. Per la Merla ci sarò, come sempre. Non sparirò, aiuterò prendendomi i miei spazi».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris