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Aperto il nuovo tunnel sotto la ferrovia: «Una nuova pagina nella storia della città»

Un'infrastruttura costata 10 milioni di euro, rispetto agli iniziali 5,9, che permette di mandare in pensione il passaggio a livello del viale, causa di infinite code

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

13 Dicembre 2024 - 17:42

Aperto il nuovo tunnel sotto la ferrovia: «Una nuova pagina nella storia della città»

CREMA - La prima auto a percorrere per intero il nuovo sottopasso veicolare ferroviario è stata la Panda elettrica del Comune, con a bordo il sindaco Fabio Bergamaschi. Dietro altre vetture, uscite dalla fabbrica nei decenni passati, messe a disposizione da appassionati collezionisti della città. Un piccolo corteo a simboleggiare le generazioni trascorse e l’infinita pazienza dei cremaschi, prima di vedere finalmente realizzata un’opera che avvina il centro e l’area nord est della città, in particolare del quartiere di Santa Maria.

Un tunnel costato 10 milioni di euro, rispetto agli iniziali 5,9, che permette di mandare in pensione il passaggio a livello del viale, causa di infinite code. Conclusi i lavori con un’accelerazione negli ultimi mesi, dopo i pesanti ritardi degli anni scorsi, ieri pomeriggio è stato il momento della festa e del taglio del nastro. Uno stuolo di autorità è intervenuto alla cerimonia. Non potevamo mancare gli ex sindaci, unico assento, ma ha mandato comunque un messaggio di partecipazione, Bruno Bruttomesso.

Al fianco di Bergamaschi, Walter Donzelli, Cesare Giovinetti, Claudio Ceravolo e Stefania Bonaldi, sotto il cui mandato, nel 2019, si era avviato l’iter per l’appalto. Poi i consiglieri regionali Matteo Piloni e Riccardo Vitari, anche in rappresentanza dell’assessora alle Infrastrutture Claudia Terzi, la cui presenza è saltata all’ultimo minuto per un malanno. Una ventina i sindaci con in testa il presidente dell’Area omogenea Gianni Rossoni. E ancora il senatore Renato Ancorotti, il vescovo Daniele Gianotti, che ha benedetto l’opera, e molti vertici locali di associazioni di categoria e delle forze dell’ordine. Con loro almeno 200 cittadini.

Per Rete ferroviaria italiana, che ha appaltato i lavori e seguito il cantiere, il direttore operativo territoriale Sergio Stassi. «Il Sottopasso – ha evidenziato Bergamaschi – rappresenta una pagina straordinaria della storia della città di Crema. Un'opera che per cinquant’anni ha segnato il dibattito cittadino, con idee, progetti, iniziative che per troppo tempo non hanno avuto esito. Le amministrazioni comunali si sono interrogate a lungo sulla possibilità di superare la frattura urbanistica creata dalla linea ferroviaria nel cuore della città».

«Grazie ad un lavoro di prospettiva e ampio respiro condotto negli ultimi anni - prosegue -, che ha ripreso e valorizzato le previsioni del Piano di governo del territorio, si è arrivati a concepire un masterplan urbanistico di rigenerazione di tutta l'area, ponendo il sottopasso di Santa Maria al centro di questo progetto. Con la riqualificazione della stazione ferroviaria, oggi finalmente bella e moderna, si è compiuto un primo passo importante, anche nella direzione del potenziamento del trasporto pubblico con il nuovo hub degli autobus. È stato così immaginato e realizzato il sottopasso veicolare, mentre nel breve periodo è previsto anche un nuovo sottopasso ciclopedonale lungo viale, un intervento che si rende necessario a fronte della chiusura del passaggio a livello da parte di Rfi».

ADDIO SBARRE A SANTA MARIA

L’apertura del tunnel ha ovviamente comportato la chiusura del passaggio a livello del viale di Santa Maria, per decenni un incubo quotidiano per migliaia di automobilisti. Code e attese a ogni passaggio di treni, senza tralasciare imprevisti o guasti delle sbarre che peggioravano le cose. Oggi, pochi minuti dopo l’inaugurazione del tunnel veicolare, sono cominciati i lavori per lo stop al transito sui binari. In mancanza della possibilità di attraversarli, chi si muove a piedi o in bicicletta sulla ciclo pedonale del viale di Santa Maria, può ora utilizzare un nuovo percorso.

In direzione del centro, giunti all’altezza delle sbarre si svolta a destra e si imbocca il passaggio realizzato e da Rete ferroviaria italiana su richiesta del Comune: 40 metri pavimentati, separati da una recinzione che costeggia il binario della ferrovia. Portano alla banchina della stazione, da dove scendere nel sottopasso (chi è in bici deve procedere con la due ruote a mano) per sbucare dal tunnel pedonale la cui uscita è su piazza Martiri della Libertà. Ovviamente percorso inverso per chi va verso la basilica.

Si evita un largo giro, soprattutto ai pedoni, che avrebbero dovuto allungare di quasi un chilometro il percorso, utilizzando via Gaeta e il sottopasso veicolare, dotato di pista ciclo pedonale. Per i ciclisti questa deviazione è ovviamente più rapida, ma è comunque concesso loro di passare dallo scalo ferroviario in base a un accordo tra Comune e Rfi. La realizzazione del sottopasso, inoltre, è il presupposto di una vasta rivisitazione dell’intera accessibilità veicolare sull’asse nord-sud della città, anche in connessione con il prossimo sviluppo del prolungamento della Gronda, la cui realizzazione non inizierà però prima del 2027, a servizio dell’area industriale ex Olivetti.

Senza dimenticare che a questo punto l’amministrazione potrà procedere decisa verso la riqualificazione del ponte di via Cadorna, con la progettazione e l’assegnazione dei lavori — costi stimati 5 milioni di euro — previste rispettivamente per il nuovo anno e per il 2026. Il cantiere dovrebbe richiedere sei mesi, sfruttando tutto il periodo estivo. Infine, con l’apertura del tunnel veicolare, diversi residenti sono preoccupati per il rischio di ritrovarsi con le strade, specialmente via Mulini, invase da auto a ogni ora del giorno e della notte.

Il sindaco Fabio Bergamaschi, nell’assemblea delle scorse settimane, ha chiesto pazienza annunciando che il Comune prevede lo stanziamento di 550mila euro per la realizzazione di una nuova strada che decongestioni il quartiere, creando un collegamento con via Bramante, alternativo all’attuale tracciato di via Mulini. Progetto che dovrebbe concretizzarsi nel 2026. Dalle minoranze consiliari, in particolare da Italia Viva, è stato lanciato un allarme anche sulla viabilità a servizio del nuovo sottopasso. «Serve una rotatoria dove c’è il semaforo per coordinare il traffico — ha evidenziato nei giorni scorsi l’architetto Enzo Bettinelli —: la rotatoria di via Gaeta al servizio del sottopasso è studiata male e genera problemi di sicurezza, soprattutto per il passaggio dei mezzi pesanti».

FOTO: FOTOLIVE/MASSIMO MARINONI

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