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CREMONA

Fu uccisa dalla legionella, omicidio colposo l’accusa contestata

A processo la proprietaria della struttura ricettiva che ospitò l'80enne perché non avrebbe effettuato i controlli necessari per evitare o quantomeno contenere il rischio

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

12 Dicembre 2024 - 18:40

Fu uccisa dalla legionella, omicidio colposo  l’accusa contestata

CREMONA - A gennaio di due anni fa, un’anziana 80enne cremonese fu uccisa dalla legionella, infezione polmonare che per l’accusa contrasse durante i tre giorni di pernottamento in una struttura ricettiva (osteria con alloggi) immersa nella campagna. Dal dramma sono nati due procedimenti. C’è quello civile, tuttora pendente, promosso dalla figlia e dai tre nipoti dell’anziana, che al giudice chiedono di condannare la titolare della struttura al risarcimento danni. Figlia e nipoti sono assistiti dall’avvocato Alberto Gnocchi. E c’è quello penale arrivato dopo, a ruolo nell’udienza pre-dibattimentale di oggi.

Omicidio colposo è l’accusa che la Procura contesta alla proprietaria della struttura, la quale non avrebbe effettuato i controlli necessari per evitare o quantomeno contenere, il rischio legionella. Il processo inizierà l’8 maggio del prossimo anno: si partirà dai testimoni del pm. L’imputata si difenderà. 

avvocat

Il dramma. L’anziana, nata nell’ottobre del 1942, abitava nello stesso paese dove ha sede la struttura ricettiva. Rimasta vedova, la figlia, 57 anni, residente in Toscana, a Pisa, la voleva con sé.

La famiglia si è così organizzata. Il 22 dicembre del 2021 è stata venduta la casa. Il trasloco è avvenuto il 13, il 14 e il 15 gennaio del 2022. In quei tre giorni, per comodità, l’80enne ha preso una camera da letto nella struttura del paese insieme alla figlia.

Completato il trasloco, il rientro a Pisa, dove l’anziana si è sentita poi male. L’infezione polmonare ha un tempo di incubazione che va dai 2 ai 10 giorni circa. Ricoverata in ospedale, purtroppo l’80enne non ce l’ha fatta: è spirata il 27 gennaio. Proprio le persone anziane sono maggiormente a rischio, perché hanno una difesa immunitaria più bassa. Certo, la concentrazione del batterio dev’essere elevata.

Sono scattati immediatamente gli accertamenti.

La legionella è un batterio infido. Si annida nell’acqua calda stagnante, ad una temperatura generalmente compresa tra i 35 e i 45 gradi. Il contagio avviene attraverso l’inalazione di acqua contaminata sotto forma di aerosol che si può ottenere, ad esempio, quando si fa la doccia, ma anche lavandosi i denti. Tra i punti più critici ci sono, quindi, i soffioni delle docce e i rubinetti (e bagni in genere), i condizionatori d’aria e i sistemi di umidificazione dell’aria, le saune e le vasche di idromassaggio, i boiler e i serbatoi.

La causa civile. Dai rilievi effettuati dall’Ats, è emersa un’altissima concentrazione del batterio nei rubinetti della camera da letto della struttura dove l’anziana aveva pernottato in quei tre giorni con la figlia. L’Ats aveva effettuato i rilevi anche nella casa dell’80enne: responso negativo. Così come negativo è stato l’accertamento effettuato anche nell’abitazione a Pisa.

La figlia e i nipoti dell’anziana hanno così promosso una causa civile contro la proprietaria della struttura ricettiva, imputandole una responsabilità. Ovvero di non essersi attenuta al protocollo di controllo del rischio legionellosi. I ristoranti, gli alberghi e i locali aziendali sono infatti sottoposti a stringenti controlli e autocontrolli.

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