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Liuteria, violini globali: incassati 463mila euro

Il Consorzio Stradivari chiude con 47 strumenti ‘posizionati sul mercato mondiale

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

13 Dicembre 2024 - 05:20

Liuteria, violini globali: incassati 463mila euro

CREMONA - Da Singapore all’Oregon, dalla Corea del Sud passando per l’Australia, è globale la diffusione della liuteria made in Cremona. Nel 2024 il Consorzio Antonio Stradivari ha fruttato 463.342 euro. La chiusura dell’anno sarà affidata alla missione a Tokyo che vedrà protagonista il Consorzio, insieme a Fondazione Stauffer, al quartetto del 25°, opera collettiva dei liutai cremonesi, e all’ensemble Quartetto di Cremona che per l’occasione suonerà gli strumenti realizzati dagli artigiani cremonesi. Insomma musica e business s’intrecciano e non potrebbe essere altrimenti. La liuteria — in generale — con le sue quasi 200 botteghe è un’azienda con oltre 500 addetti sul territorio, un unicum mondiale che vive di relazioni, di commercio, ma anche della volatilità del mercato musicale e culturale mondiale. Lo sguardo globale della liuteria parla di numeri che sono l’aspetto oggettivo di un mito che ha bisogno di essere confermato da dati indiscutibili: 47 gli strumenti venduti di cui 37 violini tre viole e sette violoncelli. Hanno beneficiato delle vendite 30 liutai e 27 ditte, perlopiù ditte individuali, il che vuol dire che la quasi totalità degli iscritti al consorzio ha venduto, confermando come l’ente consortile rappresenti un network internazionale che funziona. In tempi di dibattito sulla tutela del saper fare liutario, al di là della valorizzazione culturale portata avanti dal piano dell’Unesco, si avverte la necessità di confermare la qualità della liuteria cremonese, anche attraverso i successi di carattere commerciale.

liuteria

«Siamo in linea con l’anno passato — afferma Giorgio Grisales, presidente del consorzio —. Il lavoro non i nostri corrispondenti in tutto il mondo ci ha permesso di mantenere le posizioni in un periodo non facile, ma che conferma come la liuteria cremonese abbia una propria credibilità e un proprio prestigio che va salvaguardato. A questo puntiamo con gli strumenti a marchio Cremona Liuteria, consapevoli e convinti che le nostre missioni possano contribuire a non spegnere i riflettori internazionali sulla nostra liuteria e soprattutto su quel patrimonio immateriale contemporaneo che è la comunità dei liutai cremonesi, il vero museo a cielo aperto del saper fare liutario cremonese». 

grisales

Il pensiero di Grisales e forse di buona parte della categoria è naturalmente proiettato sulla contemporaneità, sulla necessità di fare strumenti, farli bene, secondo i canoni della liuteria, ma anche di venderli, di fare business in un mercato sempre più globale e in cui la concorrenza è sempre più agguerrita. «Abbiamo venduto, in media, quasi un violino alla settimana — commenta Grisales —. Le settimane in un anno sono 52 e noi abbiamo venduto 47 strumenti, grazie proprio alle iniziative organizzate in giro per il mondo. La vendita di 37 violini ha fruttato 336.842 euro, le tre viole, 26mila euro, i sette violoncelli sono stati venduti per un totale di 110.500 euro. Cifre interessanti e che confermano come il marchio Cremona liuteria e le attività del consorzio abbiano una loro efficacia internazionale». In questa direzione va il fitto cartellone delle missioni del 2025 che vedrà i liutai del consorzio e i loro strumenti a febbraio a Los Angeles, ad aprile e maggio a New York, sempre ad aprile a Norimberga, il 1° maggio a Tokyo, mentre a giugno gli strumenti a marchio Cremona Liuteria partiranno per l’Australia. La prima metà di settembre vedrà i manufatti cremonesi protagonisti a Ottawa in Canada e nel mentre la partecipazione a Cremona Musica e a Music Shanghai è più che confermata e sempre in autunno è in calendario un exhibition a Singapore. Il 2025 si concluderà con una road show in Corea del Sud e Giappone. In tempi di necessità di tutelare il saper fare liutaio cremonese Grisales è convinto che «ci sia bisogno di coinvolgere i giovani, chi si affaccia alla professione — spiega —. Per questo per i giovani il primo anno di iscrizione al Consorzio è gratuito perché chi ha esperienza vuole aiutare che si affaccia da libero professionista al mestiere».

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