L'ANALISI
07 Dicembre 2024 - 20:34
Giulia Silvia Venturini, Alessia Dendena, Nausicaa Ferrari e Chiara Marziali
CREMA - Sono giovani, laureati in infermieristica e, soprattutto, hanno scelto di lavorare tutte in città e nel territorio, in ospedale o in altre strutture socio sanitarie. Una boccata d’ossigeno per la cronica carenze di figure professionali che da anni attanaglia il distretto socio sanitario, un vero e proprio incubo: per i vertici dell’Asst e per quelli delle rsa cremasche.
Giulia Adamanti, Alessia Dendena, Harpreet Kaur Dhillon, Maria Diaco, Nausicaa Ferrari, Elisa Grazioli, Aurora Lorini, Giulia Martinelli, Chiara Marziali, Vittorio Uggè, Giulia Silvana Venturini ed Elisa Di Grigoli hanno tagliato il traguardo nei giorni scorsi, concludendo il loro percorso iniziato tre anni fa quando si erano iscritte al corso di laurea in Scienze infermieristiche che la Statale di Milano porta avanti a Crema ormai da tempo.
Hanno frequentato l’ultimo anno all’interno dell’ex tribunale, sede designata grazie all’accordo tra Asst e Comune risalente al 2023, quando l’ex palazzo di Giustizia terminò la propria funzione di hub vaccinale anti Covid. Per offrire loro un posto di lavoro c’era la fila fuori dalla porta già da un anno. Non hanno avuto difficoltà a scegliere la prima esperienza. «Abito a Casalpusterlengo, ma desidero iniziare la mia carriera proprio qui, dove ho studiato per fare il lavoro che amo» sottolinea Ferrari.
Il ruolo dell’infermiere è notevolmente cambiato nel tempo. Non è più un mero esecutore di prestazioni, ma un progettista dell’assistenza, in grado di operare in diversi setting di cura. La tesi di Dhillon si è occupata proprio di questo tema: indagare la qualità percepita delle cure ricevute in ambito domiciliare. Grazioli, invece, ha trattato la qualità di vita dei genitori di bambini e ragazzi con disturbo dello spettro autistico.
«Ne è emerso che l’infermiere può giocare un ruolo importante anche nella fase di orientamento ai servizi e di supporto ai caregiver. Un professionista che può operare anche sul territorio, divenendo un punto di riferimento per le comunità». Tra gli ambiti di intervento anche quello della prevenzione e dell’educazione a corretti stili di vita. Ne ha parlato Lorini nella sua tesi dal titolo ‘Linee guida 2020 sull’attività fisica: dalla teoria alla pratica, una revisione narrativa’. Per tutte l’obiettivo di questa scelta lavorativa è quello di «prendersi cura degli altri».
Tra loro c’è chi ha una forte propensione a stare «in prima linea, in area critica, per avere un ruolo più incisivo», chi vuole «continuare a studiare, senza rinunciare all’opportunità di fare esperienza sul campo, accanto alle persone», ma tutti desiderano «assistere e sostenere, prenderci cura è il nostro lavoro e siamo pronti a farlo al meglio». Soddisfatto il direttore generale dell’Asst Alessandro Cominelli: «Hanno studiato qui, seguito i tirocini nel nostro ospedale adesso rimangono sul territorio – sottolinea – ne siamo felici. Siamo certi che in un ospedale a misura, come è quello di Crema, i giovani professionisti sapranno formarsi e al tempo stesso coltivare quelle competenze relazionali fondamentali nello svolgimento dei loro incarichi».
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