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CREMA. NEONATI

«Così aiutiamo i bambini prematuri»

Dall’inizio dell’anno già 53 casi nel distretto: parlano l’équipe che li segue e una mamma. «Monitorati nel tempo con l’obiettivo che tutti possano mettere a frutto le proprie risorse»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

16 Novembre 2024 - 19:34

«Così aiutiamo i bambini prematuri»

CREMA - Sono state 53 le nascite premature dall’inizio anno, nel distretto sanitario cremasco. E dei piccoli si sono occupati gli esperti dell’unità operativa di neuropsichiatria infantile dell’Asst. Ossia un team dedicato alla cura dei bimbi nati pretermine, di cui domani ricorre la giornata mondiale. Vera Cerioli e Daniela Aprile sono la neuropsichiatra infantile e la fisioterapista dello staff. Con loro altri due fisioterapisti, una terapista dell’età evolutiva e un’infermiera. «I bimbi — raccontano — ci vengono inviati dal reparto di pediatria del Maggiore, dai pediatri di libera scelta e da centri di terzo livello regionali». Dopo una prima visita a cura di un fisioterapista e di un neuropsichiatra infantile, vengono stabilite le reali necessità del bambino. «La presa in carico è individualizzata e personalizzata. In alternativa, se non si ravvisano particolari necessità, viene proposto un monitoraggio più blando fino ai due anni di vita».

Vengono definiti prematuri i piccoli che nascono prima delle 37 settimane di gestazione. Al di sotto delle 28 si parla di bimbi estremamente prematuri. E nel mondo un bambino su dieci nasce prematuro. In Italia sono stati 25mila nell’ultimo anno.

Aurora Bonizzi è la mamma di Diego, venuto alla luce con 28 giorni di anticipo. Racconta la sua esperienza a stretto contatto con la Neuropsichiatria infantile dell’ospedale Maggiore. «Vedere Diego prima del tempo è stato sconvolgente. Perché non ti aspetti che accada tutto così in fretta. Invece, in poco tempo, prima del tempo, mi sono ritrovata a essere mamma. Ero felice certo, ma non ho avuto il tempo di metabolizzare la cosa».

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I fisioterapisti dello staff Matteo Vailati Facchini e Marta Paveri, la neuropsichiatra Vera Cerioli con la terapista Valentina De Simone e la fisioterapista Daniela Aprile

Il suo bimbo, per una frattura alla clavicola, ha dovuto intraprendere un percorso ospedaliero per recuperare la muscolatura ed acquisire le piene abilità motorie. «Adesso siamo in una fase di monitoraggio — conclude Aurora —: l’attenzione che abbiamo respirato in questi mesi la porteremo con noi». Cerioli aggiunge: «Seguiamo Diego e gli altri bambini prematuri nello sviluppo di abilità motorie, relazionali e linguistiche, affinché ciascuno possa mettere a frutto le proprie risorse. Lo facciamo monitorando lo sviluppo psicomotorio nel tempo».

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