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UN ANNO FA L'OMICIDIO

Delitto di Bonemerse, l'avvocato: «Alfredo è irreperibile, è in balìa degli eventi»

Il legale di Zenucchi: «Deve scontare ancora tre anni, deciderà il giudice in che modo. Forse una sostituzione di pena detentiva, dai domiciliari, alla semilibertà o servizi sociali»

Antonella Bodini

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redazione@laprovinciacr.it

07 Dicembre 2024 - 19:15

Delitto Cominotti, paese sotto shock: «Un’assenza strana, timori da subito»

La vittima Rossella Cominotti e il marito Alfredo Zenucchi, a fianco l'hotel di La Spezia in cui è avvenuto il delitto

BONEMERSE - «Alfredo Zenucchi è un uomo in balia degli eventi ed è al momento irreperibile». Queste le parole di Alberto Rimmaudo, uno degli avvocati difensori dell’edicolante di Bonemerse che un anno fa ha ucciso la moglie Rossella Cominotti in una stanza dell’Antica Locanda Luigina a Mattarana, nell’entroterra ligure, in provincia di La Spezia.

«Stiamo seguendo la fase esecutiva – continua il legale – e siamo in attesa di sapere cosa deciderà il magistrato; Zenucchi deve scontare ancora circa tre anni di pena, non è detto che rientri in carcere, è probabile che si avrà una sostituzione di pena detentiva, dai domiciliari, alla semilibertà oppure affidamento ad un ente sociale. Però, ripeto, siamo in attesa della decisione del magistrato dopo la notifica dell’atto dovuto di carcerazione per residuo di pena».

L'avvocato Alberto Rimmaudo


Dopo la confessione dell’omicidio, esattamente un anno fa, Alfredo Zenucchi era stato portato nel carcere di La Spezia e dall’ipotesi iniziale di omicidio volontario, l’accusa si è trasformata in omicidio del consenziente. Il patteggiamento, partito dalla base di 7 anni e mezzo, era stato portato a 3 anni e 6 mesi per il riconoscimento delle attenuanti generiche. Il giudice del tribunale di La Spezia, dove è avvenuto il processo, subito dopo la lettura della sentenza, aveva disposto il ritorno in carcere del 57enne. I legali Rimmaudo e Riccardo Balatri si erano riservati sull’istanza di scarcerazione.

«Che era stata accolta poiché non sussistevano più le esigenze di tenerlo in carcere. Una volta fuori, però, si è reso irreperibile e ora non so bene non solo dove sia, non è stato in grado di indicarci un posto dove andare, ma anche come faccia a vivere». Poiché si presume che non abbia dimora fissa, non un lavoro, non denaro a disposizione. «Una condizione che aggiunge degrado ad una situazione difficile e precaria. In carcere aveva seguito un percorso con lo psicologo, perché inizialmente c’era il pericolo che si suicidasse, poi si era ripreso e aveva cercato di darsi da fare con piccoli lavori, come pulizie o in pelletteria. Ma ripeto, fuori non ha nulla».

L'edicola di Bonemerse


Zenucchi ha lasciato debiti «che probabilmente resteranno tali perché non ha soldi per estinguerli, a parte l’automobile della moglie, per la quale si è ottenuto il dissequestro». Per il resto, alla casa della moglie a Cavatigozzi, alla quota, sempre della moglie, di una casa a Rivarolo Mantovano e all’edicola di Bonemerse Zenucchi ha rinunciato. Così come la mamma e la sorella di Rossella Cominotti hanno rinunciato all’eredità della congiunta, andata dunque nel filone dell’eredità giacente. Una vicenda triste, quella di Alfredo Zenucchi e Rossella Cominotti, un dramma e una fatica di vivere che a poco a poco li hanno consumati. Fino a quella fuga, durata undici giorni, verso il mare per farla finita.

Insieme, ma senza che Zenucchi poi ci riuscisse. Prima tappa a Pontremoli, poi a Lerici, infine all’Antica Locanda Luigina di Mattarana. Qui marito e moglie avevano provato ad uccidersi con le lamette da barba, poi con un paio di forbici da parrucchiera che aveva Rossella in valigia.
Alla fine era morta solo lei, per choc emorragico provocato dai tagli a gola e polsi.

Lui, dopo aver vegliato il corpo della moglie per due giorni, si era messo alla guida della Citroen C3 verso la Lunigiana per schiantarsi su un rettilineo, ma i carabinieri lo avevano fermato prima. Nella camera d’albergo era stata trovata una lettera, in cui si palesavano i propositi di farla finita insieme. Una lettera firmata dai coniugi, scritta da Rossella. Era il giorno dell’Immacolata di un anno fa, un giorno che aveva chiuso nel modo più tragico una storia d’amore, di disagio e sofferenza.

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