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CREMONA

Giustizia: rischio paralisi per la Corte Tributaria

Servizio essenziale per cittadini e imprese: personale amministrativo ridotto all’osso. L’ombra dell’accorpamento con Brescia o Mantova, l’analisi di Deantoni e Parolini

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

06 Dicembre 2024 - 08:31

Giustizia: rischio paralisi per la Corte Tributaria

CREMONA - Un «servizio essenziale per il territorio, di presidio del territorio». Vi si rivolgono cittadini e imprese che hanno contenziosi con l’Agenzia delle Entrate e con gli enti locali: avvisi di accertamento, cartelle esattoriali, contributi Inps, Inail, Irpef, Iva, bollo auto, canone Rai, multe stradali, Imu.

deantoni

È la Corte di giustizia tributaria di primo grado con sede nel cinquecentesco palazzo di via Carnevali. Dal 16 marzo 2023, il presidente facente funzioni è il magistrato Giulio Deantoni, prima della pensione giudice a Cremona, poi alla Corte d’appello di Brescia. E con due interregni alla tributaria dove il servizio «è basato sostanzialmente sul volontariato, perché i giudici che compongono la Corte sono tutti onorari: avvocati e magistrati tuttora in servizio». Due sezioni per sei giudici, rispetto agli otto sulla carta. «La consistenza dell’organico ci costringe a continue applicazioni di giudici dall’una all’altra sezione e viceversa». Ma il servizio rischia la paralisi. Per dirla con il presidente Deantoni, «la paralisi è dietro l’angolo», perché il personale amministrativo è ridotto all’osso.

direttrice

Delle 8 unità previste in pianta organica (la direttrice e sette assistenti), gli effettivi sono appena tre: la direttrice Graziella Parolini, un segretario di sezione e una dipendente ‘prestata’ dal Comune a dicembre scorso, per un anno. «Ci ha consentito di sopravvivere». L’incarico è stato prorogato di un altro anno dal sindaco Andrea Virgilio e dalla vicesindaca Francesca Romagnoli con delega alle Risorse umane.

«Ringraziamo il sindaco e la vicesindaca. La proroga ci consente di continuare a rendere il servizio in maniera efficiente e sollecita», sottolinea il presidente. Il personale amministrativo è fondamentale per il funzionamento della macchina.

Lo sanno anche l’ Ordine degli avvocati e l’Ordine dei commercialisti ed esperti contabili che non sono rimasti insensibili. «Gli assistenti — prosegue Deantoni — curano tutto l’iter del fascicolo, dalla ricezione del ricorso alla fissazione dell’udienza, allo svolgimento dell’udienza e alle incombenze successive. C’è tutta l’attività post udienza con una serie di adempimenti, ma con un segretario solo che ha diritto alle ferie, la paralisi è veramente dietro l’angolo».

«È stato previsto un posto per l’area funzionari e un posto, recentemente, per l’area seconda (assistente)», precisa la direttrice Parolini. Ma nessuno si è fatto vivo. Forse perché Cremona è poco appetibile. Città isolata, mal collegata: un deterrente. E, allora, in un’ottica di razionalizzazione della geografia «aleggia» la possibilità che il servizio si accorpi a Brescia o a Mantova. «Questo significherebbe una perdita di un servizio importante per il cittadino». Già, un servizio «importante» quello reso dalla Corte di giustizia tributaria nata nel 1992 (all’epoca Commissione tributaria di primo grado). Da allora, sono stati definiti 41.991 ricorsi. E l’arretrato è stato abbattuto.

Deantoni vi è entrato nel ‘92: le sezioni erano ben sei. «C’è stato un ridimensionamento assolutamente consistente, in parte giustificato dalla riduzione del numero dei ricorsi. La ragione è storica. La si può riassumere nella maggiore responsabilità dell’amministrazione finanziaria nell’evitare l’insorgenza di contenzioso con l’esercizio dei proprio poteri di autotutela. Un tempo l’amministrazione diceva: ‘Se hai ragione, te la darà la Commissione tributaria’. Adesso, invece, c’è una maggiore responsabilizzazione dei funzionari. E poi ci sono gli strumenti normativamente previsti di definizione agevolata delle controversie».

I giudici sono onorari, si è detto. «La magistratura onoraria c’è anche nella giustizia ordinaria - prosegue il presidente — però in quel caso è una magistratura a supporto della magistratura professionale togata. Noi no. Il nostro ruolo è svolto da persone che hanno ordinariamente un’altra professione». È stata però varata «una importante riforma». Prevede la copertura dei posti (500) «con magistrati tributari di professione assunti con concorso, che è in corso di espletamento per circa 170. Ci vorrà qualche anno per completare gli organici con la magistratura professionale». Intanto, «noi continuiamo a dare il nostro contributo» in un settore «di intervento poco conosciuto, ma con una certa rilevanza». Deantoni fa un esempio. Premesso che «le tasse vanno pagate, le conseguenze in generale dell’evasione fiscale sono rilevantissime per le aziende. Non sono pochi i casi di incidenti dovuti a una legislazione poco chiara. Le conseguenze sono molto gravi sull’economia di un’azienda anche in considerazione del peso delle sanzioni. A volte, ci troviamo di fronte a casi in cui la pretesa fiscale è tale da pregiudicare la stessa vita dell’impresa. Questo ci invita sempre a un giudizio particolarmente sensibile per gli interessi che ci sono in gioco». Nonostante «la forte contrazione di magistrati» e «grazie anche a un impegno volontario, i risultati sono apprezzabili sul piano della durata delle controversie: si attesta in tempi inferiori all’anno. Alle udienze di questo mese, noi decidiamo su ricorsi presentati nella primavera 2024». In base all’esperienza nella giustizia ordinaria, Deantoni spiega che «alle deficienze di personale della magistratura, sempre che vengano contenute in certi limiti, si può rimediare con una po’ di buona volontà».

La carenza di amministrativi ha, invece, un peso. In quest’anno «siamo sopravvissuti» grazie alla dipendente ‘prestata’ dal Comune. «Ha avuto bisogno di un adeguato periodo di formazione, perché anche nel nostro settore l’attività del segretario è molto cambiata: operiamo con servizi digitali interconnessi. Siamo grati all’amministrazione comunale che pur in tempi così difficili per le amministrazioni locali, è stata sensibile, ha compreso il rilievo del servizio che prestiamo alla comunità e ci consente di poter continuare a renderlo noi riteniamo in modo efficiente e sollecito». La soluzione? Stabilizzare la dipendente. «Uno dei motivi di resistenza del Comune è che mentre la dipendente è qua, là rimane bloccato un posto». In caso di stabilizzazione, in Comune si libererebbe il posto.

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