L'ANALISI
06 Dicembre 2024 - 05:10
L'assessore Massimo Mori, dietro il cantiere dell'asilo nido
CASALMAGGIORE - Non si nasconde dietro un dito, l’assessore ai Servizi sociali Massimo Mori. Lunedì pomeriggio, in Auditorium, ha fronteggiato non senza tensioni una ventina di genitori di bimbi dell’asilo nido ‘Umberto Aroldi’, sottoposto a lavori di potenziamento sismico «e in certi momenti – ammette - l’incontro è stato duro. Ma è stato doveroso organizzarlo». Papà, mamme, ma anche nonni hanno esposto tutte le loro lamentele rispetto alla situazione.
Com’è noto, la vicenda si trascina dal 2023. Inizialmente, anche quest’anno, sembrava che fosse possibile far convivere le attività didattiche con il cantiere, e inizialmente il tentativo è stato anche fatto, ma si è visto presto che non era percorribile, anche per i rischi legati alla presenza del cantiere, e così i lattanti sono stati trasferiti al nido Arcobaleno mentre mezzani e grandi alla materna San Giuseppe, dopo alcuni lavori di adattamento degli spazi. Soluzione, quest’ultima, risultata non molto gradita. Così come ora suscitano timori i tempi di rientro al nido Aroldi.
«Sapevamo delle lamentele – dice Mori -, anche per l’alimentazione. D’altra parte non c’erano alternative disponibili, abbiamo fatto come abbiamo potuto». Una delle critiche riguarda il fatto che l’ambiente non consente una separazione delle attività, ad esempio tra chi dorme e chi gioca. «Qualcuno – continua l’assessore – ha espresso riserve sull’alimentazione, ma alla San Giuseppe il cibo può essere trasportato, non è preparato sul posto, e inevitabilmente questo incide».
Con Mori erano presenti l’ingegner Lorenzo Auri, direttore dei lavori, e Chiara Sanfelici, responsabile Servizi sociali. «Ora – aggiunge l’assessore – speriamo che il cronoprogramma possa essere rispettato. Entro il 24 dicembre dovrebbero essere completate la copertura e i serramenti, ma per il rientro si dovrà attendere ancora». Si parla di metà febbraio, ma alcuni genitori temono che i tempi slittino ulteriormente.
Resta un po’ in sottofondo la questione dei ristori economici alle famiglie: «È tutto in fase di valutazione. Siamo comunque solidali perché comprendiamo le difficoltà, con genitori entrambi impegnati al lavoro, magari senza nonni a disposizione, con la necessità di rivolgersi alle baby sitter». Che costano. Rispetto alle contestazioni sulla scelta della ditta, di Favara (Agrigento), quindi con difficoltà logistiche, Mori spiega che «appalti come questo non possono che avere, secondo le regole, una estensione nazionale nel bando».
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