L'ANALISI
06 Dicembre 2024 - 05:05
CREMA - Il Comune ha ampi margini per assumere, ma fatica non poco a trovare le figure professionali di cui ha bisogno e quando ci riesce, a volte, le stesse restano per pochi mesi e poi preferiscono trasferirsi, magari per avvicinarsi a casa. Lo testimonia il fatto che oggi l’ente di piazza Duomo conta 171 dipendenti a tempo indeterminato, mentre in realtà il fabbisogno è 189 unità: dunque ne mancano all’appello 18. Nell’ultimo anno, nonostante gli sforzi fatti, il numero complessivo è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2023.
Chi è arrivato in piazza Duomo, lo ha fatto per lo più per coprire i vuoti lasciati dai pensionamenti o da coloro che hanno scelto di trasferirsi altrove. Il risultato è che sempre meno dipendenti devono fare un lavoro che, un tempo, svolgevano ben 225 persone, tanti erano gli assunti 20 anni fa.
«Il confronto — commenta il sindaco Fabio Bergamaschi, che ha la delega alle Risorse umane — è sufficientemente esplicativo, di per sé, dello sforzo che la macchina comunale ha dovuto affrontare nel corso degli anni recenti; a fronte, peraltro, di una crescente mole di lavoro. Dal 2019, con lo sblocco del turnover nella pubblica amministrazione e soprattutto dal 2020 con le nuove norme, che hanno concesso agli enti locali virtuosi di ripartire con le assunzioni e Crema rientrava tra questi, il settore del personale ha messo in campo sforzi importanti per procedere alla realizzazione del piano. Incrementando, nel 2023 e dopo oltre vent’anni, il numero dei dipendenti. Quest’anno, la dotazione organica è rimasta sostanzialmente invariata, grazie alla tempestiva sostituzione del personale. Abbiamo avuto nel ricambio in corso l’arrivo di alcune giovani professionalità».
Non si è però riusciti a raggiungere il fabbisogno ideale di 189 unità e con ogni probabilità non si arriverà a farlo l’anno prossimo, quando sono previste 11 assunzioni. Oltre alla difficoltà nel trovare figure idonee, ci sono altre cause. «Concorrono di alcuni fattori di portata generale e nazionale — prosegue Bergamaschi —: l’elevato tasso di turnover, circa il 10% con 17 cessazioni anche quest’anno, la scarsa partecipazione alle procedure selettive, le rinunce alle proposte di assunzione da parte dei candidati collocati nelle graduatorie concorsuali o di mobilità. Poi ci sono stati casi di dimissioni da parte di dipendenti anche di recente assunzione».
Hanno vinto concorsi in entri enti e di conseguenza si sono trasferiti. «Per questi motivi non è stato possibile realizzare la copertura dell’intero fabbisogno — conclude il sindaco —: sono 16 le unità assunte a tempo indeterminato quest’anno. Per l’anno 2025 si prevede l’attivazione di un’ulteriore serie di procedure di reclutamento. Puntiamo a 11 nuovi dipendenti, poi le assunzioni previste che riguardano la sostituzione di personale di prossima cessazione e pertanto sono condizionate alla effettiva disponibilità del posto». Le procedure di reclutamento dall’esterno potranno essere svolte mediante la mobilità volontaria, lo scorrimento di graduatorie, anche di altri enti, o un concorso pubblico.
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