L'ANALISI
30 Novembre 2024 - 17:01
CREMONA - La grande chiesa di S. Agostino, da poco riaperta dopo i restauri, era al completo, questa mattina, per i funerali della marchesa Anna Cavalcabò, deceduta nella notte fra mercoledì e giovedì scorsi alla casa di cura S. Camillo. Già da due ore prima della messa molti amici, estimatori e conoscenti si sono susseguiti nel rendere omaggio alla salma nella cappella Cavalcabò (edificata nel 1399 per volere di Ugolino Cavalcabò e dedicata alla Vergine Maria), ed esprimere affetto e partecipazione al lutto ai figli Agostino e Guglielmo, alle nuore Monica e Federica, ai nipoti.
Tra i presenti, accanto ai familiari, rappresentanti di casate del patriziato piacentino imparentate con i Cavalcabò – Calciati, Radini Tedeschi, Zanardi Landi - , dirigenti di istituzioni e sodalizi nei quali la marchesa è stata a lungo parte attiva: dalla Croce Rossa agli Amici dell'Ospedale, dalla Fondazione Comunitaria all'Inner Wheel; notato, in uniforme, il generale degli alpini Roberto Cernuzzi, direttore del Polo di mantenimento pesante Nord di stanza a Piacenza, ma residente a Cremona.
Alle 11 il feretro, coperto di rose bianche, è stato portato nella navata centrale e adagiato a terra ‘more nobilium’: un gesto che nella liturgia cattolica intende significare l’ancor maggiore umiltà davanti a Dio richiesta a chi nella vita terrena è appartenuto a famiglie nobili o ha rivestito nella Chiesa o nella società un ruolo particolarmente elevato.
Le esequie sono state presiedute da monsignor Attilio Arcagni, particolarmente vicino alla defunta in questi ultimi anni, e concelebrate dal parroco di S. Michele don Aldo Manfredini, da quello dell'unità pastorale 'Cittanova' don Iravano Maglia, e da diversi padri cappuccini, ordine al quale la marchesa è stata molto legata nel suo cammino spirituale: il ministro provinciale fra Angelo Borghino, fra Marco Galdini de' Galda (molto commosso nel saluto che ha voluto rivolgerle al termine del rito), fra Giorgio Peracchi, fra Gianfranco Gatti. La prima lettura, tratta dal Cantico dei Cantici, è stata affidata all'amica ed ex viceprefetto Emilia Giordano, la preghiera dei fedeli al nipote Giacomo Cavalcabò (figlio di Guglielmo).
Al testo biblico e al brano evangelico dell’apparizione del Risorto alla Maddalena ha fatto riferimento nell'omelia monsignor Arcagni, con ampie citazioni dal libro ‘Il Tu Eterno’ pubblicato dalla marchesa nel 2006, per sottolineare come l’amore abbia rappresentato il codice fondamentale della sua esistenza: per il Signore, attraverso la maturazione nella fede, per il marito Giovanni, prematuramente scomparso, i figli e la famiglia.
Molti hanno conosciuto Anna Cavalcabò nella sua vita pubblica, nelle sue iniziative caritatevoli e umanitarie – ha osservato il celebrante – ma pochi l'hanno conosciuta nel suo segreto, nel suo rapporto con Dio, accostabile, anche nel travaglio degli ultimi giorni, a quello dei mistici.
Il rito è stato accompagnato dall'organo, dalla chitarra e dal canto. Alla Comunione un brano francescano molto amato dalla defunta: ‘Su ali d'aquila’. Al termine, la salma ha raggiunto il cimitero per essere tumulata nella cappella di famiglia.
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