Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

IL CREMASCO. GLI STATI GENERALI

L’assistenza ha il fiato corto: «Vogliamo avere più peso»

Posti nelle case di riposo e sostegno ai minori, l’Area omogenea in sala da Cemmo: «Definiamo il modello»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

30 Novembre 2024 - 16:32

L’assistenza ha il fiato corto: «Vogliamo avere più peso»

CREMA - La cronica carenza di posti letto in RSA va affrontata facendo valere le ragioni dei Comuni e garantendo alle amministrazioni locali più potere decisionale, così come le altre urgenze del welfare locale, dall’assistenza domiciliare al crescente numero di anziani, dai problemi legati ai minori alla difficoltà nel trovare personale che lavori nei servizi sociali.

stati generali

L’intervento del presidente dell’Area omogenea Gianni Rossoni. Seduti il direttore generale dell’Asst Alessandro Cominelli e quello sociosanitario dell’Ats Diego Maltagliati

Questi temi sono stati al centro del convegno di oggi in sala Pietro da Cemmo, promosso da Area omogenea con l’organizzazione di ConsorzioIt, proprio per fare il punto sul distretto socio sanitario cremasco, sui sub ambiti e sul futuro del settore. In sala un centinaio tra amministratori locali e addetti ai lavori di RSA, cooperative, Asst, Ats e altri enti del terzo settore. Ad aprire la mattinata l’intervento di Gianni Rossoni, presidente dell’Area e sindaco di Offanengo. «Siamo qui in quanto vogliamo definire ancora meglio il modello organizzativo che parte dai sub ambiti e per un dialogo importante tra tecnici e amministratori. Per noi sindaci è un momento di formazione e crescita per costruire un team che porti avanti la governance territoriale e affronti i problemi sociali dei nostri comuni. Valorizziamo nel contempo Comunità sociale cremasca e il ruolo del terzo settore». Proprio Rossoni ha sottolineato il tema delle RSA. «In tema di posti letto la difficoltà territoriale è nota. Abbiamo otto RSA rispetto alle 29 dell’intera provincia, ma il Cremasco conta la metà degli abitanti».

pubblico

Alessandro Cominelli, direttore generale dell’Asst ha assicurato la piena collaborazione dell’ospedale. «Lavoriamo insieme per rendere efficaci nell’ambito cremasco le politiche socio sanitarie, adeguandole alle fragilità. Daremo piena attuazione ai nostri obiettivi e avremo pronta in tutto e per tutto la Casa di comunità nei primi mesi del 2025».

Diego Maltagliati, direttore socio sanitario di Ats Cremona-Mantova, ha sviluppato una relazione in entrata sul ruolo dei distretti che compongono l’Azienda tutela della salute. «Quello Cremasco è il più giovane, in termini di età media della popolazione, e conta il 10,5% stranieri su 161mila abitanti. Il 30% dei residenti sono i potenziali assistiti. In ambito sociale, il welfare cremasco è sempre più consolidato, ma ci sono dei problemi di governance per una sovrabbondanza di tavoli che a volte vanno a sovrapporsi. Senza dimenticare le dfificoltà nel trovare personale. Il coordinamento che dobbiamo garantire come Ats è pensato per mettere il distretto al centro del sistema». Attenzione, però, a non chiudersi a riccio: «Altrimenti quelli che sono i pregi del distretto cremasco rischiano di diventare i difetti – ha proseguito il manager –: c’è il pericolo di auto referenzialità, di un eccessivo ripiegamento su se stessi. Invito gli amministratori a non aspettarsi sempre che le cose arrivino e che Regione e Stato riempiano il territorio di servizi». Maltagliati ha evidenziato il problema del personale che rimane centrale. Concetti ribaditi anche dagli altri relatori, introdotti dal giornalista Giovanni Palìsto.

IL SINDACO BERGAMASCHI

Seguire l’esempio del lavoro fatto a livello di Area omogenea in campo sociale, per una governance condivisa anche su altri temi di interesse comune. Questa la proposta del sindaco Fabio Bergamaschi in apertura del suo intervento. «Prendiamo l’occasione per darci un nuovo modello, grazie al quale potrà svilupparsi una più ampia organizzazione dell’Area omogenea. Significa mettere a sistema comune le politiche del territorio. Crema si spoglia dal ruolo egemone e diventa coprotagonista». Bergamaschi ha anche evidenziato il ruolo decisivo degli enti del terzo settore. «Oggi non possiamo più permetterci interventi frammentati — ha aggiunto —: serve un nuovo approccio, che superi la parcellizzazione. È noto come i Servizi sociali territoriali dell’ambito cremasco stiano attraversando un momento di difficoltà e fragilità organizzativa, causata da una molteplicità di fattori che determinano l’urgenza di ridefinire il modello organizzativo. In particolare, la frammentarietà del territorio costituito da 48 Comuni, nonché la generale crisi delle professioni di cura hanno determinato la carenza e l’elevato turnover di assistenti sociali sul territorio e la crisi dell’attuale modello organizzativo dei servizi territoriali, fondando la necessità di una ridefinizione dello stesso». Il modello dei sub ambiti, ovvero gli aggregati di Comuni, sei in tutto, in cui è suddiviso il Cremasco, può essere la risposta: «Sono uno strumento prezioso. Hanno permesso di salvaguardare le specificità locali, in una logica di prossimità ai cittadini, che deve tradursi in un’organizzazione capace di garantire un accesso semplice e ampio ai servizi sociali. Un modello organizzativo che, anche nella sua versione riformata, non perderà una sola goccia di prossimità né di centralità del ruolo decisionale dei sindaci e garantirà più aderenza ai bisogni della popolazione ed efficacia nella presa in carico delle fragilità».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400