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Rsa, domanda a + 7,5% e liste di attesa più lunghe

Vertice alla Fondazione Benefattori con i responsabili delle 8 case di riposo cremasche

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

01 Novembre 2024 - 05:20

Rsa, domanda a + 7,5% e liste di attesa più lunghe

L’incontro tra i vertici delle Rsa del Cremasco ospitato nella sede della Fondazione Benefattori

CREMA - Si allungano le liste di attesa nelle case di riposo del Cremasco. Dai 530 anziani, che aspettavano un letto a dicembre 2023, si è passati a 573 a fine agosto. Un incremento di 43 unità, pari al 7,5%, che va a complicare ulteriormente la cronica mancanza di posti che caratterizza il territorio. Una situazione sottolineata nel corso dei decenni da diversi presidenti di Rsa, non ultimo Gianni Risari, che da un paio di mesi guida la Fondazione Benefattori Cremaschi. Il tutto, nonostante l’avvio della lista di attesa condivisa, iniziativa unica nel suo genere nel panorama regionale.

Da alcuni mesi, grazie al lavoro di Comunità sociale cremasca, Asst, dei 48 Comuni del distretto e ovviamente delle case di riposo, le otto Rsa del Cremasco utilizzano i medesimi criteri, la stessa valutazione dei potenziali ospiti, a differenza delle relazioni singole, in precedenza inviate da ciascun Comune. «Un metodo — aveva evidenziato Chiara Tomasetti, presidente di Csc, in occasione dell’avvio del nuovo sistema — che possiede una valenza scientifica, garanzia di trasparenza e di uguaglianza. La valutazione multidimensionale utilizza metodi idonei e specifici per arrivare al punteggio di cui si doterà il soggetto richiedente».

A complicare le cose c’è però il fatto che siano sempre di più gli anziani in attesa di un ricovero. La media delle richieste mensili è salita dalle 39-40 del 2021, alle 53 dell’ultimo anno. In ultima analisi, servirebbero più posti in Rsa nel Cremasco, ma dalla Regione non aprono a nuovi accreditamenti. Un tema delicato, di cui hanno parlato nei giorni scorsi i vertici delle otto Rsa, riuniti in Benefattori. Sono intervenuti i rappresentanti di Caimi di Vailate, Brunenghi di Castelleone, ospedale dei Poveri di Pandino, Milanesi e Frosi di Trigolo, Opera Pia Vezzoli di Romanengo, Fondazione Soncino e Casa famiglia Spinelli di Rivolta d’Adda.

«Un confronto nel contesto dell’attuale fase di scrittura del nuovo piano di zona, un’occasione per discutere temi chiave legati alla programmazione delle politiche sociali e all’integrazione socio-sanitaria», ha evidenziato al termine la direttrice generale della Fbc Annalisa Mazzoleni. I rappresentanti delle fondazioni hanno espresso il desiderio comune di valorizzare la loro esperienza e presenza nel territorio cremasco, per rispondere in modo incisivo e puntuale ai bisogni della comunità. Sono emerse tre priorità: il benessere e la sostenibilità dei servizi, la formazione e sensibilizzazione nell’ambito delle cure e appunto la riduzione delle liste d’attesa.

«Le Rsa — ha aggiunto Risari — non sono solo strutture assistenziali, ma reti di servizi integrati che cercano di rispondere, con umanità e competenza, ai bisogni complessi della popolazione anziana e delle persone fragili. Lavorare insieme, come rete, ci permette di affrontare le sfide future con una visione condivisa e con la determinazione di fare la differenza nella vita di molte famiglie».

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