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CREMONA

Stalking: «La prima volta che ti becco ti taglio la gola da orecchio a orecchio»

Ex marito a processo: «Sono una iena». Atti persecutori con due aggravanti: per averli commessi contro il coniuge separato e attraverso «strumenti informatici e telematici»

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

28 Novembre 2024 - 17:15

 I buoni pasto solamente ai magistrati

Il tribunale di Cremona

CREMONA - «Sono una iena, sono una bomba a orologeria pronta ad esplodere... la prima volta che ti becco tra il chiaro e lo scuro io la faccio finita e ti taglio la gola da orecchio a orecchio».

La telefonata minacciosa è dell’autunno del 2022. La ‘iena’ che l’ha fatta è il marito, 47 anni, dal quale la moglie, 46 anni, si era separata un anno e due mesi prima, a luglio 2021. Ma l’ex coniuge non l’ha accettata e da quel momento ha stalkerizzato la donna, sostiene la Procura.

La vittima sarebbe stata tempestata di telefonate anonime o partite da un numero sconosciuto — anche 25 telefonate in un giorno. Telefonate altalenanti. In alcune chiedeva di perdonarlo, in altre la insultava, offendeva e minacciava. Ma anche di messaggi WhatsApp.

Atti persecutori con due aggravanti: per averli commessi contro il coniuge separato e attraverso «strumenti informatici e telematici». È l’accusa che ha portato l’uomo davanti al giudice. Nel processo, l’ex moglie si è costituita parte civile con l’avvocato Elena Pisati; l’avvocato Carlo Alquati, difensore del presunto stalker, ha indicato ben 23 testimoni. Oggi si è tenuta l’udienza filtro: il giudice ha rinviato al 6 marzo prossimo, quando si entrerà nel merito della vicenda e saranno sentiti cinque testimoni del pm.

La coppia ha due figli. Il capo di imputazione racconta che da novembre del 2021 a gennaio del 2023, l’imputato avrebbe inviato numerosi messaggi mail ai professionisti che si stavano occupando della separazione dei coniugi: gli avvocati, gli assistenti sociali, lo psicologo. Mail che per l’accusa «offendevano la reputazione della moglie in quanto contenenti accuse, numerose recriminazioni di carattere prettamente personale e, talvolta, anche intimo».

Sempre nel capo di imputazione viene riversata l’integrale telefonata minacciosa del 2021. «È un anno che faccio il buono e bravo e sono una bomba a orologeria in questo momento, guarda che salta fuori un macello... questa non è la normalità, sono una iena, sono una iena, sono una bomba a orologeria pronta ad esplodere (...). Altrimenti, se non facciamo questo, la prima volta che ti becco tra il chiaro e lo scuro io la faccio finita e ti taglio la gola da orecchio a orecchio».

Uno stillicidio di mail e telefonate che in quell’anno abbondante, per l’accusa e per l’avvocato di parte civile, hanno causato alla donna un così grave e perdurante stato d’ansia da indurla a modificare alcune delle sue abitudini di vita. Ad esempio, fu costretta a cambiare il numero del suo telefonino, a bloccare il numero dello smartphone dell’ex coniuge e l’indirizzo di posta elettronica.

Ed ancora, agli incontri fissati per fargli vedere i figli, la donna, terrorizzata, non andava più da sola. Ogni volta, preferiva farsi accompagnare da qualcuno. 

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