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Ditte insolventi, Cremona più virtuosa

Per la Cgia di Mestre in un anno sono calate del 5,2%. Solo 10 province hanno fatto meglio

Elisa Calamari

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29 Novembre 2024 - 05:25

Ditte insolventi, Cremona più virtuosa

CREMONA - Le imprese cremonesi sempre più virtuose: il numero di quelle insolventi, segnalate proprio per i mancati pagamenti e dunque inserite nella ‘black list’ della Centrale dei rischi della Banca d’Italia, è in costante calo. Una riduzione che colloca la nostra provincia al decimo posto nazionale, nella controclassifica che da una parte vede spiccare Sondrio (-17,9% di imprese in sofferenza rispetto al 2023) e dall’altra rivela il peggioramento record di Benevento (+17.3%).

A Cremona le imprese affidate con sofferenze – studio della Cgia di Mestre – erano 600 al 30 giugno 2023 e sono diventate 569 al 30 giugno di quest’anno. Dunque un -5,2%. Il dato incide per lo 0,5% su quello complessivo dell’Italia, dove le imprese insolventi sono aumentate in media del 2,3% passando dalle oltre 115mila del 2023 alle quasi 118mila attuali. Il miglioramento cremonese è inoltre nettamente superiore rispetto alla media regionale, dove si registra un -1% di imprese sofferenti.

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A livello provinciale, il numero più elevato di imprese segnalate come insolventi si concentra nelle grandi aree metropolitane. Roma è al primo posto con 10.827 aziende, subito dopo troviamo Milano con 6.834, Napoli con 6.003, Torino con 4.605 e Firenze con 2.433. Se analizziamo i dati per ripartizione territoriale, ci accorgiamo che l’area più a rischio è il Sud: qui si contano 39.538 aziende in sofferenza (pari al 33,6% del totale), seguono il Nord-Ovest con 29.471 imprese (25% del totale), il Centro con 29.027 (24,7% del totale) e infine il Nord-Est con 19.677 (16,7% del totale).

Chi rientra nella suddetta ‘black list’ difficilmente può beneficiare di aiuti economici dal sistema bancario e così rischia più delle altre imprese di chiudere o, peggio ancora, di scivolare tra le braccia degli usurai. È bene ricordare che gli imprenditori che vengono segnalati non sempre devono tale provvedimento ad una cattiva gestione finanziaria della propria azienda: nella maggioranza dei casi, infatti, questa situazione si verifica invece a seguito dell’impossibilità da parte di molti piccoli imprenditori di riscuotere con regolarità i pagamenti dei propri committenti, anche a causa di un fallimento che ha coinvolto proprio questi ultimi. Ma quando scatta l’allarme? La segnalazione parte da banche e intermediari, ma c’è una soglia di rilevazione: può scattare per debiti di almeno 30mila euro e si abbassa solo per imprese già in stato di sofferenza.

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