L'ANALISI
CREMONA
26 Novembre 2024 - 21:19
CREMONA - Un faldone «di colore verde» gonfio di carte. Forniture e ricevute di pagamento ad esempio per i 750 pasti caldi preparati in fretta e furia e consegnati alla cooperativa di un sacerdote, ma anche per le sanificazioni al centro diocesano di spiritualità in viale Medaglie d’Oro a Crema: cinque forniture per oltre 70mila euro. Peccato che le sanificazioni non furono mai fatte. E molto altro. Una miniera - «il faldone verde» - per la Guardia di finanza, che il 19 luglio del 2020 lo sequestrò mentre perquisiva la sede di Uniti per la Provincia di Cremona: la onlus costituita il 13 marzo - in piena pandemia Covid— per dare ossigeno agli ospedali sotto stress. Sul conto corrente di Uniti, in quei mesi di paura e lacrime, i cremonesi donarono soldi, ciascuno in base alle proprie tasche: chi 10 euro, chi 1 milione tondo tondo. Poi però, secondo l’accusa, 300mila euro venero distratti. Per l’accusa, dal conto partirono bonifici per operazioni inesistenti.
Oggi si sono riaccesi i riflettori sul processo per associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita aggravata del denaro della onlus. È l’accusa dalla quale deve difendersi Attilio Mazzetti, 39 anni, natali a Soresina, operaio, accusato anche di riciclaggio, rimasto solo sul banco degli imputati mentre la onlus si è costituita parte civile con l’avvocato Roberto Guareschi. Solo, Mazzetti, davanti ai tre giudici, oggi in aula accanto all’avvocato che lo difende Gian Andrea Balzarini (prossima udienza il 16 dicembre). Solo, perché i coimputati sono già usciti dal procedimento (in udienza preliminare). È uscito con un patteggiamento a 3 anni, 4 mesi e 25mila euro di risarcimento Renato Crotti, per l’accusa il promotore dell’associazione a delinquere come Mazzetti. Crotti «il regista» che gestiva la onlus, Mazzetti il «reclutatore» di imprenditori. Ha patteggiato 1 anno, 2 mesi e 20 giorni (pena sospesa e non menzione) Cristiano Bozzoli, titolare della New Syriousus, installatore di caldaie che andò ad inguaiarsi con i 750 pasti caldi preparati in fretta e furia, consegnati poi al sacerdote presidente di una cooperativa.
Dal caso pasti è nata l’indagine shock, ripercorsa ieri dall’investigatore della Guardia di finanza (teste del pm Davide Rocco) che ha ricostruito i rapporti tra Crotti e Mazzetti, tra Mazzetti e Bozzoli. L’investigatore ha spiegato di aver analizzato, una ad una, tutte le carte contenute nel faldone verde, ha ricostruito le movimentazioni di denaro, i trasferimenti di soldi anche sui conti esteri di Mazzetti, ha parlato delle chat su WhatsApp tra Crotti e Mazzetti, di un sms audio ascoltato, mentre «gli sms venivano sempre cancellati» e delle telefonate intercettate.
L’installatore di caldaie Bozzoli aveva un conto corrente alla Intesa San Paolo di Codogno (Lodi) intestato alla sua New Syriousus. E sul quale furono accreditati due bonifici per un totale di 28.060 euro disposti dalla onlus Uniti. Il primo di 9.760 euro con causale ‘saldo fattura n.20/2020’, il secondo di 18.300 euro con causale ‘saldo fattura n.25/2020’. Bonifici «sospetti». Il ragionamento: che ci azzecca l’installatore di caldaie con ildenaro versato da una onlus che aiuta gli ospedali? Saltò fuori così la magagna dei pasti caldi. Bozzoli confessò di non averli mai preparati. Intanto, alla onlus era già partita una indagine interna su quei pasti. Crotti lo venne a sapere. Giorni frenetici. Per l’accusa, Crotti, Mazzetti e Bozzoli tentarono di metterci una pezza. Come, lo ha spiegato il finanziere. I telefoni erano sotto controllo. E nell’inchiesta spuntò il don.
Le Fiamme gialle ascoltarono le conversazioni tra Crotti e il sacerdote, dalle quali, è annotato agli atti, «emerge la disponibilità del sacerdote a concordare false giustificazioni delle distrazioni di denaro, in specie a simulare che sia stata la cooperativa da lui gestita a beneficiare della somministrazione di ‘pasti caldi’ forniti da Bozzoli». Il don non conosceva Bozzoli, non lo aveva mai visto. Ma Crotti gli ordinò che «qualora richiesto» avrebbe dovuto riferire di aver suggerito lui alla onlus il nome di Bozzoli. «Crotti ricorda in più occasioni al sacerdote, nel caso di interessamento da parte di terzi, di attenersi a quanto riportato in un documento scritto in possesso di quest’ultimo». Giorni frenetici. Bozzoli fece la spesa e si mise ai fornelli per mettere insieme 750 pasti da consegnare al don. «Improvvisazione», la parola usata dall’investigatore, che ascoltò una telefonata tra Bozzoli e sua madre. «È una cosa che devo fare, poi ti spiegherò».
«Lo so che prima sentono gli investigatori, i testi del pm, poi mi difenderò io, spiegherò, chiarirò. Alcuni errori li ho fatti, ma io non sono quel mostro». Fine udienza. Accanto al suo avvocato Gian Andrea Balzarini, Attilio Mazzetti si scusa se piange. «A volte ho persino vergogna ad uscire, è dura, ma io sono vittima di Crotti, mi sono fidato di lui che era il ‘top’, perché persona in vista. E, invece, sono finito in una cosa più grande di me». Una ‘cosa’ che «all’inizio sembrava una bella cosa. Ero procacciatore d’affari per la Verisure, guadagnavo 4mila euro al mese, avevo l’auto aziendale. Con il Covid l’azienda aveva chiuso».
E, allora, la «bella cosa» è che lui si «ricicla» nelle sanificazioni. «In passato avevo gestito dei locali. Le sanificazioni si fanno. In pandemia a maggior ragione. Nasce Sanipiù», società che Mazzetti pubblicizza su Facebook. «Contatto conoscenti, persone che avevano bar. ‘Aiutatemi a procacciare sanificazioni’, comincio a farle: minimarket, studi immobiliari... io mi guadagnavo la mia parte». Mazzetti e Crotti hanno casa a Crema, da anni si conoscono.
«A febbraio-marzo Crotti mi contatta, mi dice che gli servono delle sanificazioni, ma da non fare subito come tutte le altre cose: installazione allarmi, pasti caldi. Mi fa vedere un articolo di giornale: vi è scritto che per aiutare gli imprenditori cremaschi, la onlus pagava in anticipo le forniture. Mi ricordo questa frase come se fosse ieri. ‘Dobbiamo spendere tutti i soldi della onlus, sennò finita l’emergenza, lo Stato li prende indietro’. A Crotti ho detto okay. Io mi tengo la mia parte da procacciatore. Io non ho mai mandato fatture a Crotti, ma solo e sempre alla onlus. Solo dopo, quando mi ha detto che c’era l’indagine, purtroppo l’ ho capita, sono entrato nel panico, ma lui: ‘Non preoccuparti, sistemo tutto io’ come è poi emerso nel caso pasti: le comunicazioni tra Crotti e il prete».
Mazzetti era amico di Bozzoli, l’installatore di caldaie inguaiato dai pasti caldi. «Bozzoli l’ho cercato io, perché faceva eventi, li fa anche anche adesso. Spiegherò bene anche il caso pasti». Mazzetti, alle spalle il fallimento di un locale, non vede l’ora di chiarire ai giudici ogni contestazione. Come il conto corrente in Bulgaria. «Essendo fallito, non posso avere conti in Italia».
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