L'ANALISI
24 Novembre 2024 - 09:48
CREMONA - L’uomo, fin dall’antichità, è sempre stato affascinato dai racconti orali. Pensiamo all’Iliade e all’Odissea, tramandate dagli aedi nel corso dei secoli proprio attraverso questa modalità. E alla fine, è un po’ quello che fa il podcast, anche ovviamente mediante l’ausilio della tecnologia. Una serata, quella andata in scena mercoledì al Crit, organizzata dai volontari di TEDx Cremona, dedicata proprio a questa ‘nuova’ modalità di informazione, in voga soprattutto tra i più giovani. «È stato un vero e proprio viaggio nel mondo dei podcast grazie all’aiuto di tre esperti — ha detto Andrea Mattioli, l’organizzatore —, dove abbiamo cercato di capire perché questo strumento, accessibile e libero, funziona oggi così tanto».
«Il podcast affascina. È un mix — ha detto Michele Marangi, docente nel corso di laurea di Scienze della Formazione all’Università Cattolica di Milano — di storia e contemporaneità. Il piacere di ascoltare storie, d’altronde, esiste da sempre». Nel podcast, è la voce umana il vero punto di forza: «Sì, siamo sempre attratti da essa nonostante l’avanzare della tecnologia. È fondamentale». Marangi spiega poi le differenze tra podcast e radio. «Quella più sostanziale è che nei podcast non ci sono palinsesti predefiniti. Li si costruisce autonomamente. Si può ascoltare quello che si vuole quando si vuole, stoppando il contenuto nel momento che si reputa più opportuno».
Ciò che mi piace più dei podcast? «Il fatto che non ci immergono in maniera eccessiva rispetto ad altri contenuti digitali. Possiamo nel frattempo fare altre cose, come per esempio camminare, cucinare». È stato poi il turno di Francesca Milano, giornalista e head of news di Chora Media, una delle principali piattaforme di podcast italiane. «Mi sono avvicinata al mondo dei podcast grazie alle passeggiate col mio cane, che mi annoiavano un pochino. Così ho deciso di impiegare quel tempo ascoltando storie e mi rendevo conto che, quando tornavo a casa, ero più ricca. Avevo imparato delle cose nuove. Tra l’altro in maniera non superficiale, come avviene invece suoi social».
Milano spiega poi quali sono, secondo lei, i vantaggi dei podcast: «Permettono di specializzarsi e approfondire determinati argomenti. Usa poi degli strumenti legati alla narrazione per fare informazione». «I podcast – dice successivamente Guido Bertolotti, Lead sound engineer di Chora Media — sono intimamente legati ai suoni. Senza di essi, sarebbe infatti come guardare un film horror senza volume. Non darebbe le stesse emozioni. L’idea è quella di accompagnare l’ascoltatore nel corso di tutto il contenuto e rendere l’esperienza il più gradevole possibile». I podcast hanno poi una scrittura molto particolare: «Sono innanzitutto importantissime le pause, che sono come i capitoli e i paragrafi in un libro. Le frasi devono poi essere molto brevi, semplici e soprattutto facilmente assimilabili. Mentre si ascolta una puntata, infatti, non si torna mai indietro a riascoltare una frase, come avviene invece nella lettura di un libro o un giornale».
E anche Cremona ha il suo podcast: ‘Universicast, guida per sopravvivere alla Cremona universitaria’, presentato nel corso della serata da due dei ragazzi impegnati in questo progetto, Emanuele Ascolese e Niccolò Poli, che hanno raccontato quella che è stata fin qui la loro esperienza. Universicast, che si pone l’obiettivo di raccontare la vita universitaria cremonese, e non solo, può essere visto anche come una sorta di megafono per quelli che sono gli spunti e le richieste dei ragazzi cremonesi e dei fuorisede.
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