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Il Pacioli al gelo: sit-in pacifico degli studenti davanti all'ingresso

La temperatura nelle aule e negli spazi comuni era di nuovo polare. In tilt l’impianto di riscaldamento

La Provincia Redazione

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22 Novembre 2024 - 16:03

Il Pacioli al gelo: sit-in pacifico degli studenti davanti all'ingresso

CREMA - Bis non richiesto all’istituto superiore Pacioli. Questa mattina, quando gli studenti sono entrati nella sede centrale di via Delle Grazie, la temperatura nelle aule e negli spazi comuni era di nuovo polare. L’impianto di riscaldamento era andato ancora in tilt, per l’ennesima volta negli ultimi anni. Subito è scattata la protesta e diverse classi si sono rifiutate di fare lezione e sono uscite per un momento di pacifico sit-in davanti al cancello di entrata. Nel corso della mattinata, poi, i termosifoni sono resuscitati e verso le 11 i ragazzi sono tornati in aula. Questa settimana è già la seconda volta che l’impianto va in panne. Lunedì non si è mai attivato per tutta la giornata, ragion per cui al termine della mattinata, che al Pacioli dura sei ore, la dirigente Paola Viccardi ha preso la decisione di sospendere le lezioni pomeridiane. Dieci classi sono state dirottate nella sede distaccata di via Dogali. Le altre, non essendoci spazio per tutte, sono state mandate a casa.

Il pronto intervento di una squadra di idraulici inviati dalla Provincia, ente responsabile delle scuole superiori, aveva permesso di riattivare l’impianto già da martedì, ma a distanza di tre giorni il problema è tornato a manifestarsi. La vetustà del riscaldamento è tale che periodicamente ha dei guasti.

La situazione non riguarda soltanto il Pacioli, dove pure il problema si trascina da anni senza che finora si sia trovata una soluzione definitiva. All’istituto Marazzi le aule sono fredde da settimane e prima ancora lo erano state al Racchetti-da Vinci. Gli studenti hanno pazientato a lungo, ma questa mattina quelli del Pacioli, che già lunedì avevano minacciato azioni, sono passati ai fatti. Il loro gesto dimostrativo si spera possa servire a sollecitare un intervento radicale. Stare seduti in aula un’intera mattinata al freddo non è pensabile. Arrivare a scuola e non sapere se oggi i termosifoni saranno caldi o gelidi, ancora meno. L’anno scorso era stata la palestra di via Dogali a restare al freddo per due mesi. Ora sono le aule. Non di una scuola, ma di tante.

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