L'ANALISI
22 Novembre 2024 - 05:16
CREMA - Dopo quanto accaduto domenica a Casaletto Ceredano, dove nel finale della partita di calcio della categoria Allievi tra Oratorio Chieve e San Carlo è nata una rissa, della quale a farne le spese è stato un 15enne calciatore del Chieve, finito al pronto soccorso (per lui, tre punti di sutura sotto l’occhio sinistro, un dente scheggiato e sette giorni di prognosi), il consiglio direttivo della società San Carlo si è riunito. Per valutare la situazione e portare il proprio contributo alla ricerca della verità.
«In merito alla partita di domenica — afferma il presidente Sante Pedrini, a nome del consiglio — terminata nel modo che nessuno dei presenti avrebbe voluto finisse, è doveroso da parte nostra condannare fermamente ogni forma di violenza. La nostra società e tutti i nostri ragazzi esprimono sincere e sentite scuse verso il giovane atleta, che ha subito un atto violento, verso la sua famiglia e la società Oratorio Chieve, con l’augurio che il ragazzo possa riprendersi al più presto».
Il consiglio del San Carlo ricostruisce i fatti: «Purtroppo, nella mischia che si è generata e durata non più di un minuto, a seguito del gol del Chieve, è stato impossibile dalle due panchine intervenire immediatamente e sedare gli animi. Sarà nostra premura fornire ogni aiuto possibile a chi di dovere per capire esattamente la sequenza di come si siano svolti i fatti».
Pedrini e il consiglio esprimono un commento sull’episodio: «Come adulti dobbiamo prima di tutto considerare che stiamo parlando di ragazzi minorenni che vanno tutelati e quando accade qualcosa di increscioso, aiutarli a capire i loro sbagli e intervenire con azioni educative che vadano a incidere sul loro comportamento futuro. Bisogna fare molta attenzione a non cadere noi stessi in una spirale di violenza verbale sui social che, anziché fare riflettere i nostri ragazzi sugli errori commessi, va ad alimentare un fuoco senza fine. In queste ore, sui canali social, leggiamo che molte persone assumono il ruolo di giudice e, senza avere conoscenza effettiva dei fatti, esprimono commenti nei nostri confronti e nei confronti dei ragazzi che, anziché portare a una pacifica risoluzione delle cose, rischia di portare su un altro livello di scontro al di fuori del campo di gioco».
Da qui l’auspicio finale dei dirigenti del San Carlo: «Come educatori abbiamo il compito di agire con buon senso, chiarezza e trasparenza senza seguire istinti o reazioni immediate, altrimenti rischiamo di generare inconsapevolmente altre forme di violenza. In questo percorso ci faremo aiutare da professionisti in ambito educativo e sociale, in modo che questo fatto increscioso sia una opportunità di crescita per i singoli e per tutto il gruppo squadra».
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