L'ANALISI
21 Novembre 2024 - 15:44
CREMA - Da domani mattina stop al blocco del traffico per i veicoli più inquinanti in città, entrato in vigore martedì mattina e proseguito mercoledì e oggi, nella fascia oraria 7.30-19.30. I dati Arpa di stamattina hanno infatti certificato che nella giornata di mercoledì le polveri sottili sono tornate sotto la soglia di attenzione di 50 microgrammi per metro cubo d’aria, dopo cinque giorni consecutivi di sforamento.
Come previsto dalle limitazioni regionali a cui il Comune ha aderito volontariamente per la prima volta quest’anno, dopo una giornata in cui lo smog torna sotto controllo, vengono rimossi i divieti. Il controllo dei valori da parte dell’ufficio Ambiente ha stabilito dunque che da domani sarà di nuovo permessa la circolazione dei veicoli più inquinanti. Si tratta dei diesel di vecchia generazione, ovvero con motori Euro 2, 3 e 4 (in quest’ultimo caso anche quelle con filtro anti particolato).
Secondo i dati Aci 2023, quelle di proprietà di residenti in città sono 2.359. Poi altre 1.425 mezzi con motori Euro 0 e 1, di qualsiasi tipo di alimentazione. In totale 3.784 veicoli. Via libera anche alle due ruote di classe Euro 0 e Euro 1: in totale 1.641 unità. Il vento piuttosto sostenuto di mercoledì ha fatto la sua parte ripulendo l’aria. Mercoledì le polveri sono scese a 46 microgrammi per metro cubo. In questi giorni gli agenti della polizia locale hanno multato una dozzina di automobilisti che circolavano su veicoli datati (168 euro).
La prossima verifica dell’ufficio Ambiente sulla qualità dell’aria sarà lunedì mattina. Nel frattempo Fiab Cremasco interviene sulle critiche al provvedimento mosse dalla consigliera di Forza Italia Laura Zanibelli, che aveva definito il blocco «poco realistico per una città come Crema, non dotata di adeguati servizi di trasporto locale». «Sono critiche pretestuose – sottolineano dalla Federazione ambiente e bicicletta – è necessario prendere coscienza di come l’emergenza inquinamento sia tale da non consentirci l’attesa di interventi strutturali che richiedono anni di pianificazione con grandi spese. Chi polemizza su provvedimenti immediati, paventando interventi sistemici, si rivolga direttamente a chi subisce già oggi compromissioni dell’apparato respiratorio come infiammazione e crisi di asma, o danni al sistema cardiocircolatorio».
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