L'ANALISI
LA RICERCA
21 Novembre 2024 - 11:33
CREMONA - Croce e delizia (si fa per dire) di ogni scuola, immancabilmente la Fondazione Agnelli sforna la sua indagine sulla capacità delle scuole superiori italiane di preparare i ragazzi per l’università o per il mondo del lavoro. Eduscopio 2024 vuole offrirsi come una guida per le famiglie e un confronto con la realtà per presidi e docenti. La ratio è quella di individuare la scuola migliore in un raggio di 30 chilometri in modo tale che si possa scegliere il miglior liceo o istituto per la preparazione all’università o per l’inserimento nel mondo del lavoro.
L’ottica della scelta è quella che caratterizza la decisione di quale università intraprendere, ma si crede che la stessa modalità non corrisponda alla decisione di quale liceo frequentare, l’appartenenza territoriale è forte, banalmente le scelte sono legate anche alle relazioni. Fondazione Agnelli fornisce comunque alle scuole hanno uno strumento di confronto in più per capire se la loro offerta formativa abbia o meno efficacia. Snaturando un poco il senso dell’indagine Eduscopio si è deciso di mettere a confronto le scuole della provincia.
Per quanto riguarda i successi universitari si è tenuto conto della media fra voto agli esami universitari e crediti e della regolarità degli studi superiori, per l’aspetto lavorativo sono parsi interessanti il tasso di occupazione e il lavoro in sintonia con l’indirizzo di studi. Il tutto è suddiviso per indirizzi, come si può notare dalla tabella. Il Manin è nell’indirizzo classico la scuola che meglio fa performare gli studenti all’università ed è anche l’indirizzo in cui c’è una pressoché totale regolarità negli studi. Per il linguistico la scuola che prepara meglio all’università è il Racchetti di Crema.
Per l’indirizzo scientifico, quello col latino per intenderci, il gradino più alto del podio spetta all’Aselli che cede il posto sulle scienze applicate al Galilei di Crema. Per l’indirizzo sportivo il portale di Eduscopio segnala solo il Pacioli, ignorando del tutto gli indirizzi di Torriani e Vida, così come non tiene conto dei licei artistici e musicali. Nell’ambito delle scienze umane e dell’indirizzo economico sociale il Munari di Crema ha la meglio sull’Anguissola.
Negli indirizzi tecnico economici si conferma il riscatto del Ghisleri Vacchelli che guida la classifica provinciale per quanto riguarda i successi nel percorso universitario. E il Ghisleri guida la classifica anche per quanto riguarda l’inserimento lavorativo dei suoi studenti nell’indirizzo tecnico ed economico, ma è lo Sraffa di Crema la scuola in cui l’occupazione più si avvicina al percorso di studi per il 31% degli occupati. Il Romani di Casalmaggiore si contende il gradino più alto del podio col Torriani di Cremona nell’indirizzo tecnologico.
Ma sono i professionali a regalare le percentuali più alte di inserimento lavorativo con lo Stanga al primo posto nella sezione di indirizzo professionale per i servizi e il Torriani/Apc per il settore industriale e artigianale con il 70% degli occupati con una coerenza all’indirizzo svolto del 73,63%. Insomma i tanto denigrati professionali sono quelli che meglio assolvono al loro compito. Ma una cosa viene da pensare: la scuola non si può esaurire nella capacità di assicurare lavoro e di essere prestazionale per le università.
Si vorrebbe che la scuola guardasse alla formazione dei ragazzi in toto, desse loro gli strumenti che permettano di muoversi con senso critico nel mondo e non solo assolvere a funzioni lavorative. Se si ha il metodo e l’apertura mentale giusta si può fare tutto o quasi. Ma dopotutto nel momento in cui la politica ha ceduto il passo alla tecnica, gli alunni sono strumenti nelle mani della necessità della tecnica di aumentare la propria volontà di potenza. E questa la dice lunga sulla funzione depauperata della comunità educante.
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