L'ANALISI
18 Novembre 2024 - 20:52
CREMONA - Prendono avvio i lavori della nuova Camera di commercio, unificata, di Cremona, Mantova e Pavia. E quello di oggi è stato senza dubbio un inizio nel segno della cremonesità, con l’elezione a presidente di Gian Domenico Auricchio, già presidente dell’ente provinciale e per quattro anni commissario straordinario dello stesso. La nomina è avvenuta nel contesto della prima seduta del nuovo consiglio che riunisce 33 rappresentanti delle associazioni di categoria, sindacati e istituti di credito dei tre territori della bassa Lombardia: 10 per la provincia di Cremona, 11 per quella di Mantova e 12 pavesi. L’ente, nato dalla fusione delle camere di commercio dei tre territori della Lombardia sud, era stato lungamente discusso (e osteggiato da più parti) nei mesi scorsi. L’unificazione rientra nel piano nazionale di riduzione delle camere da oltre 100 degli scorsi anni alle 60 esistenti oggi, a forte degli accorpamenti.
Prima dell’avvio dei lavori si sono tenuti i saluti del presidente di Unioncamere nazionale Andrea Prete, che ha parlato dell’accorpamento come di un «punto di arrivo ma anche di inizio», e dell’assessore regionale Guido Guidesi, che si è congratulato con «il senso di responsabilità delle categorie economiche dei tre territori, che hanno scelto di fare un passo indietro per farne tanti di più in avanti».
La seduta, presieduta dal consigliere anziano Giuseppe Capellini presidente emerito della Libera associazione artigiani Cremaschi, aveva come primo e fondamentale punto all’ordine del giorno l’elezione del nuovo presidente dell’ente unificato. I mesi di polemiche avevano tuttavia lasciato spazio, nelle scorse settimane, ad un lavoro di coordinamento e concertazione volto a riconoscere a ciascun territorio incarichi e ruoli adeguati. Nessuna sorpresa dunque oggi quando la scelta è ricaduta sul presidente della disciolta camera di commercio di Cremona Auricchio, eletto per acclamazione senza ricorrere allo scrutinio.
«È stato un grande momento, il miglior modo per inaugurare questa stagione di collaborazione – commenta Marcello Parma, presidente di Cna Cremona e membro del consiglio camerale –. Tutti sono stati compatti nel riconoscere l’esperienza del nostro presidente e il valore del lavoro svolto per le imprese».
Ora i lavori dell’ente camerale entrano nel vivo e dovranno coordinare le necessità e le esigenze di tre territori che, come specifica Parma, «hanno vocazioni produttive, storie e contesti socio-economici diversi. Ma sono fiducioso che riusciremo a fare un buon lavoro: tutte le associazioni di categoria delle tre provincie hanno collaborato per un risultato comune, mettendo da parte campanilismi e togliendosi la casacca per fare il bene di un unico territorio, che è il bene per tutti in fin dei conti». Industria, artigianato, agroalimentare, commercio, accesso al credito: questi solo alcuni dei settori sui quali la Camera di commercio dovrà mettersi al lavoro per accompagnare lo sviluppo delle tre province e promuovere una favorevole allocazione delle risorse. «Dal Pnrr ai tanti bandi e fondi europei attivi, passando per la spinosa questione dell’accesso al credito per le imprese, soprattutto per quelle più piccole o di recente fondazione, le sfide sono senza dubbio tante». Un ruolo che l’ente può tornare a svolgere dopo anni di commissariamento straordinario: «Se l’ordinaria amministrazione – prosegue Parma – non si è mai fermata in questi anni certo la gestione delle attività dell’ente non è stata libera come avremmo voluto. Ora si può ripartire con la marcia giusta: una camera di commercio forte significa non soltanto una garanzia per lo sviluppo delle attività produttive ma stabilità per i posti di lavoro, sgravio fiscale, ricambio generazionale mediante percorsi di formazione».
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