L'ANALISI
14 Novembre 2024 - 05:00
CREMONA - Quando si tratta di abitare, non c’è borsa di sant’Omobono che tenga. Sono aumentate in modo significativo le richieste di aiuto alla Caritas cremonese, buona parte delle quali riguarda bollette, affitti, e ricerca di un luogo dove stare. Gli sforzi degli enti benefici si concentrano sull’obiettivo di garantire una casa per i bisognosi. «Circa il 25% di coloro che si rivolgono ai nostri centri d’ascolto – testimonia don Pier Codazzi, direttore della Caritas cremonese – si presenta per chiedere aiuto per la propria dimora».
Non si tratta semplicemente del gruzzoletto con cui pagare le bollette. Le richieste sono variegate, e si posizionano nelle varie sfumature di un ventaglio che va dalla ricerca di un luogo dove stare al problema del pagamento dell’affitto. «I bisogni sono molto articolati – ha spiegato don Codazzi – la maggior parte dei casi riguarda persone o famiglie sostenute da un contratto a tempo indeterminato, ma che hanno difficoltà a trovare un posto dove stare. Ci sono proprietari che non affittano a donne con bambini, temendo future insolvenze. Altri, poi, si rifiutano di assegnare il proprio immobile ai migranti, complici preoccupazioni (che dovremmo chiamare, piuttosto, pregiudizi)».
I dati del mercato immobiliare cremonese evidenziano un calo negli affitti di lungo e medio periodo. Prevalgono, invece, i B&B e gli appartamenti destinati al turismo, con una conseguente siccità sul tema dell’abitare a Cremona. «È il momento di fermarsi a riflettere – chiosa il sacerdote – perché l’Italia è uno dei paesi in Europa che ha meno case popolari. A questo si aggiunge un gran numero di appartamenti non assegnati che sono in attesa di essere messi in ordine. Sono i logici risvolti del fenomeno universitario e dell’impennata del turismo».
Ma anche chi ha già un posto dove vivere cerca aiuto. «C’è una quota di persone che si rivolge a noi per chiedere aiuto nella gestione della casa (affitto e utenze). Sono sempre di più. Il potere d’acquisto è calato con il carovita. L’inflazione ha ridotto le possibilità del reddito di ciascuno». Da ultimo, c’è chi vive in strada, e si rivolge alla Caritas per un radicale bisogno di sopravvivenza. «Ci impegniamo a risolverlo con uno strumento ridotto, che è quello del dormitorio. Abbiamo un asilo notturno aperto tutti i giorni, solo maschile. Per le donne, abbiamo un pronto intervento femminile a favore di ragazze in difficoltà».
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