L'ANALISI
14 Novembre 2024 - 05:05
Nel riquadro Alessandro Cominelli, Matteo Crippa, Sergio Defendi e Carolina Maffezzoni
CREMA - Una rete sempre più fondamentale per un territorio che, a fine anno, vedrà complessivamente oltre 400 persone accompagnate nel percorso di fine vita dai palliativisti dell’ospedale Maggiore. A fine ottobre gli assistiti del 2024 erano stati 298, di cui 189 oncologici; 579, invece, le consulenze richieste nei reparti o nei diversi presidi dell’Azienda sociosanitaria territoriale. I dati sono stati presentati ieri dal primario dell’unità operativa Sergio Defendi, nel corso dell’incontro con la Fondazione Floriani di Milano, anche quest’anno al fianco dell’Asst, con un sostegno di 30mila euro. Una donazione che permette di implementare l’organico attuale, una quindicina tra medici e infermieri, aggiungendo un fisioterapista part time e un infermiere per tutto l’anno. Ringraziamenti dal direttore generale Alessandro Cominelli: «La collaborazione con la Fondazione Floriani ci rende fieri, ogni anno un po’ di più. Sapere che la qualità delle cure prestate ai nostri assistiti viene attestata da una realtà così importante del welfare italiano è, per noi, motivo di orgoglio e ci sprona a fare sempre meglio. Le palliative riempiono concretamente di senso il valore del prendersi cura fino all’ultimo istante. E non siamo soli in questo delicato compito: possiamo contare sul supporto di una fitta rete territoriale».
Negli anni, il lavoro dello staff ha permesso di affinare procedure e tecniche. L’aspettativa di vita degli assistiti è cresciuta oltre la media nazionale e oggi supera i 40 giorni. Per la Fondazione Floriani è intervenuto il coordinatore Matteo Crippa: «Crema è una delle poche strutture da noi sostenute al di fuori del contesto milanese. Tale scelta testimonia come sia stato valutato molto positivamente, tanto dal punto di vista qualitativo, quanto da quello quantitativo, il lavoro svolto dal Defendi e dall’intera équipe da lui diretta». Tra gli elementi che hanno determinato la scelta della Floriani, il fatto che nel 2023 la struttura sia stata in grado di «accompagnare i malati nel percorso domiciliare fino all’ultimo istante nell’85 per cento delle prese in carico, con un’intensità assistenziale appropriata — ha concluso Crippa —: per quei pochi malati che non hanno concluso il percorso di cura presso il domicilio, nella maggiore parte dei casi è stato comunque possibile un trasferimento in hospice. Risultati che hanno consentito di limitare il ricorso inappropriato al ricovero ospedaliero per quei malati, che individuano nel domicilio e nell’hospice i luoghi desiderati dove trascorrere gli ultimi giorni di vita».
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