L'ANALISI
13 Novembre 2024 - 14:43
Il tribunale di Cremona
MOTTA BALUFFI - La bonifica a spese dello Stato disposta dal giudice durante il processo e già effettuata, la prescrizione del reato ambientale, l’assoluzione con formula piena dall’accusa di violazione di domicilio. È finito così il caso eternit: le lastre sei anni fa ammucchiate nel cortile di una cascina, la Malcantone, in via Europa, di proprietà delle sorelle Severina e Patrizia Arisi, la prima cardiologa all’Oglio Po, la seconda in servizio al Pronto soccorso del Maggiore di Cremona, parti civili con l’avvocato Isabella Cantalupo. Le lastre furono buttate lì da qualcuno che a dicembre del 2018, secondo l'accusa forzò il lucchetto e abbandonò i rifiuti pericolosi, lascito del rifacimento del tetto di una stalla a un chilometro di distanza e la cui proprietaria era stata chiamata al processo dalle Arisi come responsabile civile (era assistita dall'avvocato Maria Delmiglio).
Parte dell’eternit fu abbandonato anche in un’altra proprietà confinante, di proprietà di Michele Mazzelli, residente a Concesio (Bs). Reato prescritto per Dumitru Serban, romeno di 57 anni, residente a Casalmaggiore, rappresentante della DME, la srl a cui nel 2018 la proprietaria della stalla appaltò il lavoro di rifacimento del tetto (Serban era difeso dall’avvocato Marco Girelli), Valerio Casali, 61 anni, di Casalpusterlengo (Lo), della NewEuro Lattoneria, assistito dall’avvocato Massimo Tabaglio, e Fabio Bevilacqua, 27 anni, residente a Villachiara (Bs), operaio della NewEuro. Erano accusati, in concorso, di aver violato il Codice dell’ambiente. Tutti assolti dall’accusa di essersi introdotti nella cascina Malcantone.
Il procedimento nasce dalla denuncia sporta contro ignoti dalla cardiologa Severina Arisi. Anno 2018. La mattina del 23 dicembre, domenica, la dottoressa si presentò dai carabinieri di Scandolara. Al vice brigadiere spiegò di aver ricevuto alle 10 del mattino del giorno prima, la telefonata del fratello Alcibiade, agronomo, il quale la informò che ignoti avevano abbandonato nel cortile della cascina lastre probabilmente di eternit. Verso mezzogiorno, la cardiologa si recò alla Malcantone e constatò che «su tutto il cortile interno vi erano sparsi mucchi di lastre verosimilmente in eternit», quindi chiamò il fratello, il quale l’assicurò di essere stato in cascina il lunedì 17 dicembre e di «non aver trovato nulla di strano». «Pertanto — è scritto nella pagina di querela — suppongo che ignoti si siano introdotti nel cortile della cascina, recintato da un muro perimetrale, mediante l’effrazione del lucchetto del cancello di ingresso, sversando il materiale descritto», probabilmente tra lunedì 17 e sabato 22 dicembre. «Non ho sospetti sul conto di alcuno», disse Severina Arisi.
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