L'ANALISI
12 Novembre 2024 - 18:51
CREMONA - Nel 2023 sono stati erogati 208 aiuti economici per un totale di 92.500 euro; nel 2024, ancora in corso, sono già saliti a 320, pari a 125mila euro: nel giorno del Santo patrono, domani, la Caritas richiama l’attenzione sull’emergenza povertà e su quanto è stato possibile fare tramite il fondo diocesano Borsa di Sant’Omobono.
Don Pier Luigi Codazzi, direttore della Caritas, spiega: «Dal 2020 (quando la Borsa è stata istituita, ndr) gli interventi economici sono stati oltre 1.100 per un totale di 478.500 euro. Le richieste riguardano spesso il pagamento di utenze, affitti, spese mediche e scolastiche. Altri bisogni sono di tipo occupazionale e abitativo. Poi i problemi familiari, di salute, legati all’istruzione, alle dipendenze, alla detenzione e giustizia o all’handicap-disabilità. Caritas ha cercato di fornire risposte e risorse non solo di tipo assistenziale, ma anche in un’ottica di promozione della persona. Ad esempio con l’avvio di tirocini formativi o borse lavoro. E sul fronte educativo con il sostegno per il pagamento di libri, strumenti didattici, mense, rette scolastiche oppure corsi post-diploma. Infine, con la possibilità di sostenere i costi per corsi di formazione o aggiornamento finalizzati al reinserimento lavorativo».
Istituita durante la pandemia dalla diocesi di Cremona proprio in sinergia con la Caritas, la Borsa di Sant’Omobono è un fondo speciale di prossimità che offre un aiuto concreto a coloro che non hanno alcuna forma di sostentamento oppure sono in gravi, anche se temporanee, difficoltà economiche. Il suo funzionamento è affidato alla Caritas stessa e la valutazione è in capo a gruppi di lavoro zonali. Le richieste, invece, arrivano da parrocchie, centri di ascolto e San Vincenzo.
«Le nostre comunità hanno il cuore grande e, soprattutto nelle difficoltà, hanno sempre saputo dimostrarlo con fervore – conclude don Codazzi –. Oggi più che mai abbiamo bisogno di sostenerci gli uni con gli altri, moralmente e anche economicamente. La generosità di Sant’Omobono è divenuta proverbiale: la sua borsa non si esauriva, proprio perché sempre pronta ad aprirsi ai bisogni. A tutti noi indistintamente, come anche alle realtà associative e imprenditoriali, è chiesto di contribuire al suo mantenimento».
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