L'ANALISI
08 Novembre 2024 - 20:38
Tato, il gatto maltrattato secondo l'accusa
CREMONA - È finito a processo con un’accusa odiosa: maltrattamento di animale. Quattro righe di capo di imputazione: «Perché per crudeltà e senza necessità sottoponeva a sevizie, ovvero lo ‘bagnava’ con la benzina e cagionava lesioni (è stato sottoposto ad intervento di rimozione del pelo in anestesia generale e medicazioni)» a Tato, il gattone di due sorelle, di 40 e 45 anni, vicine di casa dell’imputato, cremonese di 61 anni.
Il fatto risale all’11 maggio del 2020. Oggi (udienza filtro) il giudice ha ammesso le prove e rinviato al 21 marzo del 2025 il procedimento, nel quale una delle due padrone di Tato si è costituita parte civile con l’avvocato Silvia Pincella. «Il nostro assistito nega assolutamente il fatto, ama gli animali», ha anticipato l’avvocato Annamaria Petralito, che difende il 61enne con il collega Luca Genesi. Al processo emergeranno i retroscena: pare che a fare da sfondo alla vicenda siano le «ruggini» e i «dispetti reciproci» tra i vicini.
Ed emergerà la storia di Tato, che oggi va verso gli 11 anni e gode di ottima salute. Un trovatello, il gatto. Era di pochi mesi, quando le sue padrone, che sono «gattare», se lo portarono in casa. Lo svezzarono loro, dandogli il latte con il biberon. L’11 maggio del 2020 era lunedì. Le sorelle erano in casa con Tato, quando il micio, trovando una porta aperta, schizzò all’esterno.
Dal balcone le sue padrone lo videro zampettare e varcare il cancello di fronte, dove ha casa l’imputato. Scesero di corsa, lo cercarono. Dopo un po’ Tato sbucò di nuovo: uscì inzuppato di benzina dalla proprietà del vicino. Le sue padrone lo portarono di corsa dal veterinario (sarà sentito al processo). In ambulatorio, rimase in osservazione una notte.
Qualcuno vide il vicino gettare la benzina su Tato? L’avvocato di parte civile tiene su le carte, per ora. La difesa respinge l’odiosa accusa. «Il nostro assistito ama gli animali», è «persona perbene». Al processo verranno a dirlo, tra gli altri, un amico e un collega di lavoro. Lui stesso si difenderà.
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