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CREMONA. IL IV NOVEMBRE

«A vincere sono i soldati che desiderano la pace»

Plotoni schierati in piazza del Comune per la celebrazione dei 106 anni dalla Grande Guerra

Francesco Gottardi

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fgottardi@cremonaonline.it

04 Novembre 2024 - 19:07

«A vincere sono i soldati che desiderano la pace»

CREMONA - Due bandiere, quella italiana e quella di Cremona, svettavano sulle aste montate in mezzo ad una sgombra piazza del Comune. L’atmosfera di questo 4 novembre, giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, era quella delle celebrazioni solenni: grandi drappi tricolore ammantavano il colonnato di palazzo comunale e capannelli di cittadini stavano assiepati sotto i portici della cattedrale.

Poi, il silenzio solenne schiacciato sotto il grigio cielo mattutino, viene rotto dalle note della fanfara alpina tridentina. La banda militare fa il suo ingresso da dietro il battistero, seguita da un plotone del X reggimento guastatori della Caserma Col di Lana, insieme alle formazioni dei comandi provinciali di Carabinieri e Guardia di finanza, oltre ad una rappresentanza delle volontarie della croce rossa italiana. In pochi secondi gli uomini e le donne delle forze armate, schierati in ranghi dinanzi al palco delle istituzioni, hanno occupato l’intera piazza.

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In questo 106esimo anniversario dall’Armistizio di Villa Giusti i primi fra gli oratori, anche se non fisicamente presenti, sono stati il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro della difesa Guido Crosetto, i cui messaggi istituzionali sono stati letti in tutte le piazze del Paese. «Oggi la Repubblica – ha detto il presidente della Repubblica rivolgendosi a cittadini e forze armate – guarda con rispetto e devozione al percorso che, dal Risorgimento alla Prima guerra mondiale, alla Liberazione, alla scelta della solidarietà europea e atlantica, ha saputo costruire un Paese coeso, unito, portatore di valori di pace nella comunità internazionale». Un pensiero particolare è rivolto ai militari italiani impegnati in missioni «per garantire il rispetto del diritto internazionale», come quelli in Medioriente dove «alleviano le sofferenze della popolazione inerme in una situazione umanitaria drammatica».

A prendere parola sul palco è stato poi il prefetto e rappresentante della Repubblica Antonio Giannelli, accolto con gli onori militari dal capitano Alberto Musumeci della caserma Col di Lana. «Non c’è patria - ha detto il prefetto citando Mazzini - dove regna l’interesse particolare dei singoli». Un messaggio, quello rivolto agli uomini e alle donne delle forze armate, che ha parlato di pace anche in questi tempi di conflitti dilaganti: «Non crediamo che quelli che celebriamo oggi siano sentimenti superati: la cultura della pace è sancita nella nostra Costituzione e questo ci impone di sostenere alle istituzioni internazionali che la garantiscono nel mondo». E il prefetto Giannelli ha concluso citando: «I soldati che vincono le guerre sono quelli che vogliono la pace».

Prima della conclusione della cerimonia alcuni mezzi delle forze armate hanno fatto il loro ingresso in piazza del Comune mentre istituzioni e cittadinanza partecipavano al picchetto d’onore alla targa del bollettino della vittoria nel cortile Federico II.

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