L'ANALISI
CREMA E TRASPORTI
04 Novembre 2024 - 09:54
CREMA - Si profila un venerdì molto complicato per il trasporto scolastico e non solo. Autoguidovie ha emanato un eloquente avviso ai clienti del servizio pubblico di pullman. Per via dello sciopero di 24 ore a cui aderiscono le segreterie regionali di tutti i principali sindacati del settore, si prospetta la cancellazione di un notevole numero di corse. Non ci saranno infatti le solite fasce di garanzia, che consentono di utilizzare i mezzi pubblici tra le 5.30 e le 8.30 e poi ancora il pomeriggio tra le 15 e le 18.
Questo per via della natura dello sciopero, che prevede la riduzione delle prestazioni erogate con la garanzia dei soli servizi assolutamente indispensabili» chiariscono dalla holding.
La società ha pubblicato l’elenco dei pullman che saranno in servizio. Di fatto la riduzione per ognuna delle tratte è intorno all’80%. Per i 4.000 studenti circa che ogni giorno raggiungono la città dal Cremasco e non solo, per frequentare le superiori, sarà molto complicato viaggiare sia al mattino sia per il rientro. Idem per le migliaia di pendolari che si spostano in bus verso Milano e l’Hinterland o nello stesso territorio cremasco. La comunicazione dell’agitazione è arrivata con largo anticipo, dunque gli utenti potranno organizzarsi.
Evidente che la giornata sarà destinata a registrare un notevole aumento di traffico veicolare, in particolare negli orari di punta. Prevedibili code in entrata e uscita da Crema, e anche il traffico sulla Paullese sarà più sostenuto del solito: sul ponte di Spino d’Adda passano in media 26mila veicoli al giorno. Probabilmente, venerdì si supereranno i 30mila. L’elenco delle corse assicurate da Autoguidovie è disponibile sul portale dell’azienda.
«Lo sciopero, a differenza delle volte passate, non prevederà la garanzia del servizio nelle fasce orarie che tutelano la mobilità dei viaggiatori – chiariscono dal sindacato Filt Cgil –: questa decisione, che la legge sullo sciopero prevede possa essere usata una sola volta nel corso della vertenza nazionale, rende ancora più chiara la drammatica emergenza che vive il settore. Non si tratta di uno sciopero che chiede soltanto il rinnovo del contratto nazionale, scaduto dal 31 dicembre 2023, ma vuole aprire nel Paese una riflessione su un sistema di mobilità collettiva che rischia gradualmente di sparire ormai non più solo nelle zone a bassa domanda ma anche nei medi centri urbani e nelle grandi città».
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