L'ANALISI
03 Novembre 2024 - 05:00
«Dice un proverbio dei tempi andati: meglio soli che male accompagnati. Io ne so uno più bello assai: in compagnia lontano vai. Dice un proverbio, chissà perché: chi fa da sé, fa per tre. Da questo orecchio io non ci sento: chi ha cento amici, fa per cento. Dice un proverbio con la muffa: chi sta da solo, non fa baruffa. Questa, io dico, è una bugia: se siamo in tanti, si fa allegria». Chissà cosa pensa il segretario cittadino del Partito Democratico, Roberto Galletti, di questa poesia di Gianni Rodari dal titolo ‘Proverbi’ (ne ‘Il libro degli errori’, Einaudi 1964).
«No alle larghe intese, la destra è dannosa», aveva detto nell’indiretta replica al presidente del consiglio comunale di Cremona. Luciano Pizzetti, pure Pd, appena 24 ore prima aveva invocato l’impegno dei parlamentari eletti dal territorio, tutti di centrodestra, verso il governo nazionale per garantire maggiori e più efficaci controlli nel Cremonese. Si era nel pieno del dibattito sulla sicurezza e Pizzetti, dopo aver ricordato che «l’amministrazione deve fare di più», aveva ribadito l’ovvio: «L’ordine pubblico compete allo Stato».
Il suo compagno Galletti gli ha risposto così: «Il governo di destra su questo tema è assolutamente carente e se le posizioni nella destra cremonese sono speculari a quelle dei loro rappresentanti a Roma, credo sia davvero complicato lavorare insieme. Su questo, chi propone ampie intese trasversali credo sbagli. Sul problema sicurezza e immigrazione la destra è stata inutile e dannosa». Affogò perché si vergognava a gridare aiuto, avrebbe chiosato l’arguto Marcello Marchesi (1912-1978), scrittore e autore di alcune tra le più note pubblicità (indimenticabile «Con quel sorriso può dire ciò che vuole»).
Al di là della questione specifica, questo botta e risposta apre una riflessione più ampia. Due le domande fondamentali: sui grandi temi di un territorio, quelli che necessitano di risposte concrete e dai quali può dipendere una parte del futuro collettivo, deve restare insuperabile lo steccato ideologico oppure vale la pena di sperimentare un dialogo che porti a soluzioni condivise e pertanto più facili da concretizzare? Fare l’esame del sangue preventivo all’interlocutore è sempre necessario? Forse in campagna elettorale, nella vita quotidiana non sempre. Una bella risposta a queste questioni è venuta nei giorni scorsi dal Casalasco.
Il vicepresidente della Provincia, Luciano Toscani, eletto per il centrosinistra e con delega proprio alle aree omogenee, e la consigliera provinciale nonché sindaco di Calvatone Valeria Patelli, di centrodestra, hanno rilanciato con forza e determinazione il progetto di costituzione dell’area omogenea casalasca. Un progetto bipartisan, che si propone di superare ogni campanilismo con l’obiettivo di creare l’Area omogenea sul modello cremasco, con positive ricadute per l’intero comprensorio. I temi da affrontare sono centrali e di spessore: riguardano le infrastrutture, le scuole, i servizi, l’ospedale. Tutti nodi da affrontare con grande pragmatismo e poca ideologia, avendo una visione di futuro.
«Da soli non ce la facciamo più, dobbiamo unirci per dare i servizi ai cittadini, altrimenti tutti continueremo a fare belle cose singolarmente ma dimenticandoci che apparteniamo a un solo territorio. E questo aspetto è presente nel programma sia del centrodestra che del centrosinistra. Serve una vera spinta unitaria», ha spiegato Patelli trovando sponda in Toscani, ma anche in molti sindaci della zona e nelle categorie economiche. Lo si è ben capito in occasione del forum organizzato dal giornale nella redazione di Casalmaggiore. Da soli non possiamo farcela, ‘in compagnia lontano vai’ come spiegava Rodari.
E di occasioni per scegliere di ‘andare in compagnia’ in questo momento il territorio cremonese ne ha più d’una, oltre a quella della sicurezza che ha tenuto e ancora tiene banco a Cremona così come a Crema e in molti paesi della provincia. Pensiamo solo alle infrastrutture, alla Camera di commercio, alla Fiera. Che a ben vedere sono interconnesse. Il progetto per l’autostrada Cremona-Mantova è alla vigilia di una svolta decisiva. È invocata dal mondo produttivo ed è necessaria dal momento che il governo della sanità è irrevocabilmente sovra provinciale, con l’Ats, Agenzia di Tutela della Salute della Val Padana, competente sulle due province, le quali devono essere il più connesse possibile.
Analogo il ragionamento relativo alla nuova Camera di Commercio, che avrà come territorio di riferimento addirittura tre province, con quella di Pavia che si aggiunge a Cremona e Mantova. Nella nuova realtà confluiranno le risorse economiche a disposizione del sistema delle imprese e se il territorio di Cremona non saprà parlare a una voce sola rischia di restare penalizzato. Il mondo del lavoro da tempo ha deciso quale logica sposare facendo nascere ASSieme, il tavolo permanente di confronto con tutte le organizzazioni datoriali attive in provincia.
Confartigianato di Cremona e Crema, Libera Associazione Artigiani, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Asvicom, Libera Associazione Agricoltori, Coldiretti, Associazione Industriali, Api e ConfCooperative hanno parlato a una sola voce nella trattativa per il rinnovo della governance del sistema camerale territoriale nel complesso iter di fusione, determinando una significativa e autorevole presenza cremonese nel nuovo consiglio camerale e nella giunta.
Grazie anche a questa squadra, per esempio, si potranno tenere alti l’attenzione e il sostegno dell’ente a CremonaFiere, che si sta dimostrando sempre più vitale e necessaria nell’opera di sostegno dei valori delle eccellenze economiche locali. Lo abbiamo tutti constatato in occasione della recente rassegna Cremona Musica International Exhibitions and Festival, la manifestazione fieristica più importante al mondo dedicata agli strumenti musicali d’alta gamma. Chi fa da sé fa per tre? No grazie, perché si rischiano l’autolesionismo e l’irrilevanza. Divisa e senza capacità di incidere realmente, Cremona resterà la bella addormentata di sempre.
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