L'ANALISI
01 Novembre 2024 - 05:00
CREMONA - «Va bene cercare rapporti più stretti con i musicisti, ma bisogna trovare una strategia per tutelare le botteghe in città. È questo il vero Piano di salvaguardia del saper fare cremonese e lo dico nel rispetto delle iniziative, sicuramente utili alla categoria». Non usa mezzi termini Giorgio Grisales, presidente del Consorzio liutai Stradivari, di ritorno dalla Cina e sempre più preoccupato, non solo dell’agguerrita concorrenza globale, ma anche dell’urgenza di tutelare chi lavora a Cremona, luogo mitico per chi vuole fare il liutaio. Nei giorni scorsi il Comune e l’Ufficio Unesco hanno lanciato il nuovo programma per il Piano di salvaguardia del saper fare liutario cremonese che prevede una serie di incontri che metteranno in contatto liutai e musicisti con l’obiettivo di coniugare l’artigianato artistico dei maestri liutai con le esigenze di chi suona violini, viole, violoncelli e contrabbassi.
«Ogni iniziativa di formazione è ben accetta — continua —, ma la vera salvaguardia del patrimonio passa attraverso la tutela del territorio. Mi riferisco a quei casi, e non sono pochi, di botteghe aperte da chi non ha una reale formazione liutaria e magari compra violini bianchi e si limita a verniciarli in città, spacciandoli poi per prodotti artigianali costruiti interamente qui. Credo che sia importante trovare una sinergia per chiedere garanzie a chi apre bottega a Cremona, ne va del buon nome di chi vi lavora e della qualità dell’intero comparto».
All’allarme, Grisales fa seguire la possibile soluzione: «Sarebbe opportuno trovare il modo che Comune e Camera di Commercio, le associazioni di categoria e il nostro ente mettessero a punto una sorta di regolamento o di tutela, magari chiedendo a chi vuole aprire un’attività di certificare un percorso di formazione o di esperienza che lo qualifichi, come accade in Germania — prosegue —. Non so dire se questo sia possibile, ma certo sarebbe funzionale alla tutela di chi opera in città e tiene alto il nome e la qualità della liuteria. È in questo senso che avevo auspicato la formazione di un assessorato alla liuteria, richiesta avanzata ai due candidati sindaco, durante la campagna elettorale. Ma la mia proposta è caduta nel vuoto. Credo invece che il museo vivente della liuteria, ovvero gli artigiani che portano avanti l’eredità di Stradivari, debba essere tutelata dagli enti preposti al governo della città».
Sulla stessa linea si pone Marco Vinicio Bissolotti, rappresentante dei liutai della Cna che afferma: «Chi opera in bottega deve avere una formazione e un percorso che ne accerti le competenze e il percorso, sia che si sia formato in una scuola, sia che abbia imparato il mestiere direttamente in bottega — afferma —. Io mi sono formato in bottega. Certificare le competenze è necessario se non vogliamo squalificare i tanti che operano in città con un metodo autenticamente artigianale. Poi puntare sulla relazione con i musicisti è importante, ma non risolutivo. Come diceva mio padre: «il violino è come una donna, può piacere a uno e non all’altro».
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