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Stalking: «La ex allieva perseguitò la maestra»

La 34enne condannata a un anno di reclusione e 6mila euro di risarcimento per aver reso per un anno la vita della ex docente un inferno

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

30 Ottobre 2024 - 19:22

Stalking: «La ex allieva perseguitò la maestra»

PANDINO - Stalking: il giudice ha condannato a un anno di reclusione la 34enne che per un anno e mezzo ha reso un inferno la vita della sua ex maestra delle elementari, 59 anni. E dovrà risarcirla con 6mila euro. Tra 90 giorni la motivazione della sentenza. Un’ossessione cominciata a marzo del 2019 sino ad agosto del 2021, quando l’ex allieva fu messa agli arresti domiciliari dopo centinaia di telefonate «ogni dieci minuti», di messaggi e mail, di «regali esagerati» e bigliettini sul parabrezza. Di «ronde attorno a casa» e «la terra bruciata attorno». Oggi la stalker è libera, ha un lavoro e non ha più infastidito la prof.


La condanna a un anno l’aveva chiesta il pm onorario, Silvia Manfredi, alla scorsa udienza, quando nella requisitoria aveva ripercorso i fatti, riavvolgendo il nastro dall’inizio. Da quando l’ex allieva contattò la sua maestra, la quale accettò l’invito «per affetto», convinta che si trattasse di «una frequentazione amicale, ma ben presto si arriva a una situazione pesante, oppressiva». Perché della sua ex maestra, l’allieva si era innamorata. Il pm aveva parlato di oltre 200 telefonate da due numeri diversi. L’avvocato di parte civile, Simonpietro Boccardi, aveva aveva precisato: «101 telefonate da una utenza, 197 dall’altra». Il pm aveva parlato dei «bigliettini che la maestra si trovava sul parabrezza dell’auto parcheggiata sia davanti a casa sia davanti alla scuola». E di «un pacco buttato nel giardino».

Gli avvocati Simonpietro Boccardi e Carlo Meleri


«La mia assistita ha rifiutato di tessere un rapporto non amicale», aveva sottolinea l’avvocato Boccardi, il quale aveva ripercorso «sinteticamente gli accadimenti che provano le molestie reiterate negli anni; le telefonate, i messaggi su WhatsApp, le continue ronde davanti a casa provate dai filmati, dai rilevamenti dei varchi elettronici. Le persecuzioni arrivano a un punto che l’imputata fa terra bruciata attorno alla mia assistita, si inserisce nella sua vita privata, la costringe a cambiare le abitudini di vita». Cambiò il numero di telefono e non andò più nella palestra che frequentava. Qui si presentò l’ex scolara: dagli amici voleva sapere dove fosse finita la donna, voleva riagganciarla.

E nel mirino finirono anche alcuni degli amici. Perché anche loro «hanno ricevuto centinaia di telefonate da un numero sconosciuto, ma grazie all’applicazione di una App, hanno scoperto che si trattava di lei». L’ex maestra, assalita da una «paura incontrollata», fu costretta a modificare le sue abitudini di vita. Cambiò il numero di telefono. «Non esce più da sola. Si fa accompagnare quando va a far la spesa, quando si reca a scuola. A un amico confida di voler essere trasferita. Tutti i testimoni sentiti al processo confermano il suo stato di prostrazione», aveva proseguito l’avvocato di parte civile. Lo aveva confermato al processo l’ex compagno della donna: «Era provata, dimagrita, si guardava attorno quando usciva».


Il pm aveva parlato di «condotte reiterate dell’imputata che hanno portato la persona offesa a vivere nell’ansia». L’avvocato Boccardi di «grave stato di prostrazione e di ansia». Mentre l’avvocato Carlo Meleri aveva affidato la sua difesa a una memoria già acquisita dal giudice. «Non ci sono state mai violenze, mai aggressioni», ha sostenuto. Cinque anni fa, esasperata, la maestra si rivolse ai carabinieri. Gli investigatori allora parlarono di «morbosità» e spiegarono il ‘dietro le quinte’ dell’ossessione della donna per l’ex maestra: «Una morbosità che, probabilmente, affonda le sue origini in un trascorso familiare nel quale sono state molte le carenze affettive».

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